sabato 31 marzo 2012
L'AMORE E ... L'ONORE
Secondo quanto riportato dai telegiornali, il 'sub-umano' coniglio pezzodimmmerda della foto in alto è stato riconosciuto colpevole di aver attirato in trappola con l'inganno - come solo i conigli come lui sanno fare - niente meno che la sua ex-donna (con la quale aveva anche avuto una figlia) e di averla uccisa e sciolta nell'acido ...
Retroscena dell'accaduto:
1) Regione: Calabria (oddio!)
2) Contesto: due famiglie della 'ndrangheta (no comment!)
3) Presunta 'colpa' della vittima: avere tradito l'ex-compagno, non nel senso di avergli messo un bel paio di cornoni, bensì di averlo denunciato alla giustizia.
Quello che mi ha colpito è l'ottusità feroce di certa gente per la quale il concetto di onore riesce ad avere la meglio perfino sul concetto di amore. Ma come cazzo puoi ingannare, uccidere e sciogliere nell'acido una persona che hai amato, una donna con la quale, fra le altre cose, hai avuto una figlia?
Essendo il sottoscritto per metà di origini sicule - ed essendo stato sposato per quasi vent'anni con una donna calabrese - penso di sapere di cosa si parli quando si tira in ballo il concetto di 'onore' - un concetto il più delle volte storpiato. Un esempio: molti anni fa, proprio nel paese natale della mia ex, un arzillo anziano fu travolto, mentre camminava, da un fuoristrada alla cui guida si trovava il figlio di un boss locale. Il fatto avvenne di domenica mattina, in una piazza frequentata. Eppure, tipicamente, nessuno vide niente. Quando feci notare la 'merdaggine' di un tale comportamento della gente locale, uno di loro mi disse: "Tutta ggente d'onore, che si fa i fatti suoi e non parla a sproposito ..." Secondo il mio personale concetto d'onore, quel giovanotto sarebbe dovuto andare dalla polizia e ammettere di aver investito quel vecchietto senza essersene accorto. Non avrebbe fatto nemmeno un giorno di galera, conoscendo come funzionano le cose in Italia, anche perché, da quanto appresi, era sì figlio di un boss ma era incensurato (almeno, a quei tempi ...). Comportandosi così sarebbe davvero stato un uomo d'onore. Ma questo è il mio modo di ragionare ...
D'altro canto, se proprio voglio prendere, seppur minimamente, le parti della mentalità tartaro-mafiosa, devo riconoscere che la delazione è uno dei comportamenti che maggiormente detesto. E mi pare di averne già parlato in occasione di un post qualche tempo fa. NON FRAINTENDETEMI, non intendo scagliarmi contro gli "infami" in generale. Diciamo, piuttosto, che la povera Lea Garofalo (nella foto in alto - la vittima sciolta nell'acido) AVREBBE AL LIMITE POTUTO, conoscendo la 'mentalità' del posto - E SOTTOLINEO, AVREBBE AL LIMITE POTUTO - fare a meno di denunciare il suo ex uomo, limitandosi a dirgli qualcosa tipo: "Senti, non mi rompere più, non ne voglio più sapere della tua e della mia famiglia, io sparirò con nostra figlia ma non farò mai il tuo nome." Ma queste sono parole che può dire uno come me, uno che non sa come si 'vive' in certe regioni italiane - uno che, nonostante metà delle sue origini, non potrebbe mai vivere in certe regioni italiane ... (Degne di nota, a tale riguardo, le parole che molti anni fa mi disse un caro amico del sud Italia che, in visita a Torino - e sapendo della mia 'passione' per il sesso opposto - mi disse: "Tu, al mio paese, non saresti arrivato a compiere 40 anni". Forse aveva ragione, nel senso che corteggiare una donna 'sbagliata' in un posto 'sbagliato' al momento 'sbagliato' può costare la vita in certe parti d'Italia.)
Per concludere, nulla può giustificare l'efferato delitto compiuto da Carlo Cosco (mi pare si chiami così) ai danni della sua ex donna, vittima del suo ex e di un contesto culturale che né la globalizzazione né il nuovo millennio né qualsiasi altra realtà del futuro riusciranno mai a sradicare. Ne sono convintissimo, almeno per i prossimi cent'anni. E, forse, anche più.
A.V.
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