domenica 29 giugno 2008

SI PARTE ... (LEAVING ON HOLIDAY ...)







Bene, oggi me ne parto in vacanza, al mare, come mia consuetudine. No, non vado ai Tropici - ipotesi avanzata dal caro amico U.G. dopo che, qualche giorno fa, ho postato alcune splendide immagini di spiagge tropicali. No, mi faccio semplicemente la Torino-Genova in auto, poi la nave per la Sardegna, isola che amo e che non ha affatto nulla da temere a confronto dei Tropici (vedi foto in alto …).
E al ritorno ho in serbo una sorpresa, ma davvero una sorpresona per i fan de Le Orme …

Well, today I’m leaving on holiday - I’m going to the seaside, like I usually do. No, I’m not going to the Tropics, like my dear friend U.G. had guessed a few days ago when I posted some lovely pictures of tropical beaches. I’ll just have a short drive along the Turin-Genoa motorway, then I’ll get on board a ferry-boat and reach Sardinia, an island I love, which can surely stand comparison with tropical lands (see photos above …).
And when I get back home, there will be a surprise, a really big surprise in store for all the Le Orme fans …

CANTO DI PRIMAVERA (BANCO) - 1979 (RE-POST)


RE-UPLOAD DI UN ALBUM POSTATO IL 12 GIUGNO 2007, IL CUI LINK È RISULTATO "CIMITO": “CANTO DI PRIMAVERA” (BANCO).

Il Banco del Mutuo Soccorso (noto anche come Banco a partire dal 1978) è stato uno dei cinque-sei migliori gruppi progressive del mondo, durante il periodo del loro massimo splendore a metà anni Settanta - indubbiamente, la più grande delle band progressive italiane. La loro musica raffinata, ispirata dalla maestria (d’ispirazione classica) dei fratelli Gianni e Vittorio Nocenzi, e dell’imponente voce di Francesco Di Giacomo, hanno fatto del Banco un fenomeno indiscutibile nel panorama rock progressivo nostrano. A differenza di altri gruppi di casa nostra, capaci di sfornare solo due, al massimo tre, album di un certo prestigio, il Banco è stato in grado di produrre lavori di qualità per un lungo periodo. In particolare, i primi tre dischi sono veri e propri manifesti-capolavoro, imperdibili per un qualsiasi amante del rock progressivo. Fra l’altro, il 9 marzo 2007 ho postato proprio il loro secondo album, il meraviglioso concept “Darwin!”. Ma anche i lavori successivi al primo fantastico "trittico", quali “Come in un’ultima cena” e “… Di terra” (da me postato il 4 giugno 2007), non fanno altro che confermare l’indiscusso valore della band romana.
Il Banco del Mutuo Soccorso nacque a Roma come gruppo pop, su iniziativa dei fratelli Vittorio e Gianni Nocenzi; tuttavia, fu solo dopo l’incontro con Francesco Di Giacomo, in occasione di un festival pop, che venne a formarsi la “line-up” classica. Con l’aggiunta del chitarrista Marcello Todaro e di una solida sezione ritmica, il Banco del Mutuo Soccorso iniziò a dare vita a composizioni sempre più di ampio respiro, indubbiamente sotto l’influsso del rock progressivo britannico che, all’epoca, vantava un nutrito seguito di fan in Italia (e non solo), ma anche della passione di Vittorio Nocenzi per la musica classica (va ricordato che i componenti del gruppo sono tutti diplomati presso vari conservatori di musica). Dopo aver sottoscritto un contratto con la Ricordi, il Banco diede inizio alla prima fortunata serie di album: “Banco del Mutuo Soccorso”, “Darwin!” e “Io sono nato libero”. Dopo la pubblicazione di “Darwin!”, Marcello Todaro fu sostituito dal chitarrista (e trombettista) Rodolfo Maltese.
Il 1978 segnò il culmine delle ambizioni del gruppo: Vittorio Nocenzi ebbe la possibilità di registrare con - e dirigere di persona - un’intera orchestra, producendo lo splendido “… Di terra” (postato il 4 giugno 2007). Fu l’ultimo “capolavoro” del Banco del Mutuo Soccorso, quindi il gruppo decise di chiamarsi semplicemente “Banco” a partire dal 1979, anno in cui pubblicò l’album che posto oggi: “Canto di primavera”. Un album decisamente meno complesso, con accenni a sfumature quasi folk e un recupero della melodia e della “canzone” rispetto alle lunghe composizioni degli anni precedenti. Un album che, seppur apprezzabile, apriva la strada a quel pop di più facile ascolto che avrebbe caratterizzato gli sviluppi della band negli anni Ottanta.
Un album in ogni caso piacevole, come ho detto, soprattutto in momenti quali “Lungo il margine”, Interno città”, “E mi viene da pensare” e “Niente”.
Voto personale (scarso / insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Distinto.


RE-UPLOAD OF AN ALBUM POSTED ON JUNE 12th 2007, THE LINK OF WHICH PROVED TO BE A BAD ONE: "CANTO DI PRIMAVERA", BY BANCO (a.k.a. BANCO DEL MUTUO SOCCORSO).

Banco (a.k.a. Banco del Mutuo Soccoro before 1978) were undoubtedly among the top five or six progressive rock bands in the world during their heyday in the mid 1970s, standing out as perhaps the greatest of all the Italian groups. Their rich, refined music, highlighted by the classically inspired dual keyboard tapestry of the brothers Vittorio and Gianni Nocenzi, plus the overwhelmingly expressive operatic vocals of Franceso Di Giacomo, made Banco a defining phenomenon in Italian progressive rock. What vaults them into their own league, however, was their ability to sustain a level of such immense quality over the course of many albums, in contrast to the slew of Italian bands who only managed one or two albums before burning out. The first three Banco releases are all undisputed classics, monstrous works that are undoubtedly essential to any serious progressive rock collection. To this regard, refer to “Darwin!”, their second album (which I posted on March 9th 2007). Other subsequent albums such as "Come in un’ultima cena" and the all-instrumental "... Di terra" (which I posted on June 4th 2007) effectively sustain the bands legacy, and stand as essential Italian releases in their own right.
Banco originally began in Rome as a pop group whose core consisted of keyboardists Vittorio and Gianni Nocenzi, though it was not until meeting vocalist Franceso Di Giacomo at a popular music festival that the classic line-up began to come together. With the addition of Marcello Todaro (guitar) and a solid rhythm section, the bands compositions began to become longer and more complex, undoubtedly inspired by the penetrating influence of English progressive rock at the time, as well as Vittorio Nocenzi's own passion for classical music (among other things, all the band members had graduated from various colleges of music). After securing a deal with the Italian label Dischi Ricordi, the band started producing their most renowned albums: “Banco del Mutuo Soccorso”, “Darwin!” and “Io sono nato libero”. After “Darwin!”, Marcello Todaro was replaced by Rodolfo Maltese, a talented guitar & trumpet player.
1978 was perhaps the peak of the band's ambition: Vittorio Nocenzi was given the opportunity to record with a full orchestra, the result being the brilliant instrumental album “… Di terra” (see my post dated June 4th 2007). This period of Banco's extraordinary productivity would shortly come to a close however, as 1979's “Canto di primavera” (i.e. today’s post) featured a simplification of the band's sound, veering more towards folk music and emphasizing melody over complexity, and while still good in its own right, ultimately hinted at the pop direction the band would take during the 1980s.
In any case, “Canto di primavera” is a nice listen, especially the tracks “Lungo il margine”, Interno città”, “E mi viene da pensare” and “Niente".
My personal mark (very poor / poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Fairly good.

BANCO (1979):

Vittorio Nocenzi - organo, sintetizzatori, piano elettrico (organ, synthetizers, electric piano)
Gianni Nocenzi - pianoforte, tastiere (grand piano, keyboards)
Rodolfo Maltese - chitarre, tromba (guitars, trumpet)
Pierluigi Calderoni - batteria e percussioni (drums and percussions)
Gianni Colaiacomo - basso elettrico (electric bass)
Francesco Di Giacomo - voce (vocals)

TRACK LIST:

1. Ciclo
2. Canto di primavera
3. Sono la bestia
4. Niente
5. E mi viene da pensare
6. Interno città
7. Lungo il margine
8. Circobanda

CANTO DI PRIMAVERA (BANCO) - 56,0 MB

FREDDURE SUI MUSICISTI (4) - WITTICISM ON MUSICIANS (4)

Quarto post dedicato alle barzellette sui miei colleghi musicisti. Come al solito, si prendono di mira quelli che fra noi suonatori vengono considerati … come posso dire, i più sfigati, antipatici, o altro ancora. Non me ne vogliano, ad esempio, i batteristi (i bersagli preferiti, ad esempio, da noi tastieristi che sì che la musica l’abbiamo studiata …), i direttori d’orchestra o i fisarmonicisti: personalmente, li rispetto al pari di qualsiasi altro esecutore.

A NOTE FOR FOREIGN VISITORS. Here’s the fourth post dedicated to jokes about musicians. As I said on the previous posts of these jokes, I won't translate the latter into English: in fact, they're based on puns that make sense only in Italian and, above all, refer to situations typical of the circles of musicians living and performing in Italy.


Cosa è in musica il portamento?
a) Il modo di trasportare il proprio strumento.
b) L’atteggiamento, la postura di un musicista.
c) Il passaggio da una nota all’altra sfiorando tutti i suoni intermedi.


“Perché ci sono così tanti violini nelle orchestre?”
“Così ci sono più probabilità che almeno uno suoni le note giuste.”


“Quanto tempo riesce a stare accordata un’arpa?”
“Circa 20 minuti, o almeno fin quando qualcuno non apre la porta.”


“Perché i cuori dei direttori d’orchestra sono così richiesti per i trapianti?”
“Perché li usano così poco …”


“A cosa serve un oboe bruciato?”
“A sistemare meglio il clarinetto nel fuoco.”


“Qual è la differenza fra una matita e un flauto?”
“La matita può cancellare i suoi errori.”



“Qual è la differenza fra una mitragliatrice e una fisarmonica?”
“Una mitragliatrice si ferma dopo 200 colpi …”



Un musicista ad un altro musicista, ad un raduno rock:
“Ho fatto un test d’intelligenza e ho scoperto che il mio quoziente intellettivo è appena 52.”
L’altro musicista:
“Che coincidenza! Anch’io ho solo 52. Che strumento suoni?”
“La batteria. E tu?”
“Anch’io …”


Cosa indica in una partitura il segno dinamico ppp?
a) Prego prendete posto
b) Pianissimo
c) Pigiare Pedale Pianoforte


“Qual è la differenza fra un fondo d’investimento e un musicista?”
“Il fondo d’investimento può eventualmente maturare e produrre denaro.”



“Come fate a capire se vi trovate in un teatro dove si sta svolgendo il Festival per Orchestre di Musica Barocca?”
“Perché c’è più gente sul palco che in platea.”


Cosa è in musica lo staccato?
a) Il musicista che termina l’esecuzione dopo tutti gli altri.
b) La divisione dei fogli di uno spartito incollati l’uno con l’altro.
c) L’esecuzione di suoni di breve durata, separati da una breve interruzione.



Un batterista e un tastierista camminano in un parco prima di un concerto. Il tastierista vede un piccione morto e dice al batterista:
“Guarda, un piccione morto.”
Il batterista, guardando in cielo:
“Dove?”


“Perché è sbagliato foderare il fondo di una gabbia per uccellini con un giornale di critica musicale?”
“Perché il giornale è già pieno di cagate.”



“Se gettate un direttore d’orchestra e un anguria dall’alto di un grattacielo, chi si schianterà per primo?”
“Chi se ne frega …”


Cosa è in musica il mordente?
a) Sostanza usata per fissare le note sulla partitura.
b) Musicista che reagisce in modo violento ad un errore del vicino di fila.
c) Abbellimento musicale che alterna alla nota reale la nota immediatamente superiore o inferiore.



“Qual è la differenza fra un diretto d’orchestra e uno scimpanzé?”
“È scientificamente provato che gli scimpanzé sono in grado di comunicare con gli umani …”

sabato 28 giugno 2008

DON GIOVANNI (LUCIO BATTISTI) - 1986 (RE-POST)


RE-UPLOAD DI UN ALBUM POSTATO IL 4 GIUGNO 2007, IL CUI LINK È RISULTATO "CIMITO": “DON GIOVANNI” (LUCIO BATTISTI).

“Don Giovanni” è un album pubblicato da Lucio Battisti nel marzo 1986, con la collaborazione del poeta-paroliere Pasquale Panella (famoso per i suoi testi ermetici e ricchi di nonsense e doppi sensi). Si tratta del primo (o secondo, dipende dai punti di vista) album del “nuovo corso” battistiano. Il 12 maggio 2007 ho postato “La sposa occidentale”, album di Battisti del 1990, caratterizzato da sonorità techno-pop. Prima ancora, il 3 maggio 2007, avevo postato “Il nostro caro angelo” del 1973, uno dei migliori album del Battisti primo periodo (quello più caro ai fan dell’artista di Poggio Bustone).
“Don Giovanni” è una via di mezzo fra il vecchio e il nuovo. Nonostante la presenza dell’elettronica, i brani ricordano in qualche modo quelli di un tempo, e la stessa presenza dell’orchestra garantisce un suono più “italico” e meno “sintetico”. Fra l’altro, pezzi quali “Don Giovanni”, “Le cose che pensano” e “Fatti un pianto” non possono fare altro che destare grande emozione e interesse (il primo dei tre, in particolare, è una delle cose più belle che Lucio abbia composto nella sua lunga carriera).
Voto personale (scarso / insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Ottimo.


RE-UPLOAD OF AN ALBUM POSTED ON JUNE 4th 2007, THE LINK OF WHICH PROVED TO BE A BAD ONE: "DON GIOVANNI ", BY LUCIO BATTISTI.

Released in 1986, “Don Giovanni” is an album by Italian pop icon Lucio Battisti, produced in collaboration with poet-lyricist Pasquale Panella (famous for his mysterious, cryptic lyrics rich in nonsense and puns). It is the first - or second, depending on one’s viewpoint - album of Battisti’s “new course”, characterized by techno-pop sounds and patterns, such as the ones found in “La sposa occidentale, released in 1990 (which I posted on May 12th 2007). Among other things, I had also posted, on May 3rd 2007, “Il nostro caro angelo”, which is one of the best albums released by Battisti in his earlier song-writing stage (i.e. the one Battisti’s fans are particularly keen on).
“Don Giovanni” is sort of half-way between the earlier and later style adopted by this famous Italian pop artist (born in Poggio Bustone, not far from Rome, in 1943, and passed away untimely in September 1998). In spite of its featuring electronic atmospheres, the songs sound somewhat like Battisti’s 1970s hits, and the very orchestra instruments yield a more “Italian” and less “synthetic” feel. In my opinion, “Don Giovanni”, “Le cose che pensano” and “Fatti un pianto” are among the best songs ever composed by Lucio Battisti (in particular, the first one is one of the best songs ever composed by Battisti).
My personal mark (very poor / poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Very good.

TRACK LIST:

1. Le cose che pensano
2. Fatti un pianto
3. Il doppio del gioco
4. Madre pennuta
5. Equivoci amici
6. Don Giovanni
7. Che vita ha fatto
8. Il diluvio

DON GIOVANNI (LUCIO BATTISTI) - 48,8 MB

giovedì 26 giugno 2008

ORME (LE ORME) - 1990


L’album de Le Orme che posto oggi è probabilmente uno dei meno conosciuti del celebre gruppo rock italiano. In effetti, ascoltandolo siamo distanti anni luce dai capolavori de Le Orme che ho postato in precedenza (vedi “Felona e Sorona” il 15 marzo 2007, “Collage” il 2 aprile 2007, “Uomo di pezza” l’8 maggio 2007, “Contrappunti” il 14 settembre 2007).
“Orme” rappresenta l’apice del percorso pop commerciale che il trio veneziano aveva intrapreso fin dalla metà degli anni Ottanta. In ogni caso, trattandosi di musicisti esperti e preparati, l’album non è niente male: semplicemente, lo si ascolta con piacere qualche volta, poi lo si mette via, rispolverandolo di tanto in tanto. Cosa ben diversa da capolavori quali “Felona e Sorona”, “Collage” o “Contrappunti” che, a distanza di oltre trent’anni e dopo averli ascoltati decine e decine di volta, continuano a farmi venire i brividi.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Distinto.

“Orme”, the eponymous album by Le Orme which I’m posting today, is probably one of the least known of the famous Italian prog rock band. As a matter of fact, when you listen to it, you will immediately realize that it sounds light-years away from Le Orme’s masterpieces I posted in this blog of mine (cf. “Felona e Sorona”, March 15th 2007; “Collage”, April 2nd 2007; “Uomo di pezza”, May 8th 2007; “Contrappunti”, September 14th 2007).
“Orme” is representative of the commercial pop path Le Orme had started to follow as early as the mid 1980s. In any case, Le Orme are skilled, cunning musicians and, for this very reason, their albums rarely leave the fans disappointed - this is a pleasant album indeed, the only difference being that you are likely to listen to it a few times, then you put it away and dust if off once in a while. This is quite another thing from such progressive masterpieces as “Felona e Sorona”, “Collage” or “Contrappunti”: they still sound marvellous even more than thirty years after they were released, despite having listened to them tens and tens of times.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Fairly good.

LE ORME (1990):

Aldo Tagliapietra - voce, basso (lead vocals, bass)
Tony Pagliuca - tastiere (keyboards)
Michi Dei Rossi - batteria e percussioni (drums and percussions)

TRACK LIST:

1. L’universo
2. Terra antica
3. Dublino addio
4. Diventare
5. 25 maggio 1931
6. Se tu sorridi brucia il mondo
7. Chi sono io
8. Ritrovare te
9. L’indifferenza

ORME (LE ORME) - 51,8 MB

CINQUE BUONI MOTIVI PER (NON) INDOSSARE LA CINTURA (FIVE GOOD REASONS FOR (NOT) WEARING A BELT)







Vi siete mai domandati perché le donne indossano così di rado le cinture???

Have you ever wondered why women seldom wear belts???

NOMI E COGNOMI ... STRANI (FUNNY NAMES AND SURNAMES ...)






Certo davvero che alcuni nomi e cognomi sono davveri buffi ...


(The above Italian first names and surnames pun on words, for example, "Felice Uccello is a real first name and surname which can be translated as "Happy Dick"; "Gustavo La Passera" as "Gustav The Cunt", "Bianco Natale" as "White Christmas", and so on. Most memorable is the epitaph on the tombstone, which reads as follows: "Here lies FELICE UCCELLO - b. June 2nd 1878 - d. April 5th 1955 - You left a gap inside me that cannot be filled - Your spouse.)

WIND AND WUTHERING (GENESIS) - 1976


“Wind and wuthering” è il secondo album dei Genesis con Phil Collins nel ruolo di cantante, dopo la dipartita di Peter Gabriel nel 1975. Ma è anche l’ultimo album in studio con la presenza del chitarrista Steve Hackett.
Il titolo dell’album è ispirato a due temi: la parola "Wind" deriva da "The house of the four winds", titolo dato da Hackett ad un suo brano che, in seguito, sarebbe diventato il tranquillo intermezzo centrale di "Eleventh Earl of Mar"; "Wuthering" fa riferimento al celebre romanzo “Wuthering Heights” di Emily Bronte.
Secondo la mia sensibilità musicale, “Wind and wuthering” è l’ultimo “vero” album dei Genesis. Purtroppo, è, forse, il disco più trascurato della band: viene considerato inferiore ai lavori dell’era Gabriel e, al tempo stesso, non viene nemmeno sopravvalutato rispetto ai dischi pubblicati dopo la fuoriuscita di Hackett, e quando i fan discutono sul periodo di “intermezzo” della storia dei Genesis, i favori vanno inevitabilmente tutti a “Trick of the tail”. A dire la verità, anch’io preferisco “A trick of the tail”, tuttavia “Wind and wuthering” è l’album in cui i Genesis realizzarono appieno quelle sonorità che da anni avevano affinato. E chissà quale strada avrebbe intrapreso la band - e quali livelli avrebbe raggiunto - se Hackett non avesse deciso di andarsene.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Ottimo.

“Wind and wuthering” was the second Genesis studio album featuring Phil Collins as lead vocalist, after Peter Gabriel had left the band in 1975. It was also the last full studio album to include guitarist Steve Hackett.
The album's title derives from two pieces: "Wind" comes from "The house of the four winds", the title given by Hackett to a piece that later became the quiet bridge for "Eleventh Earl of Mar"; "Wuthering" alludes to the novel “Wuthering Heights” by Emily Bronte.
“Wind and wuthering” is, to my ears, the last truly Genesis recording. It is possibly the most overlooked Genesis album: it doesn't get as much praise as the Gabriel-era albums or as much criticism as the post-Hackett albums, and when people do talk about the music that came in between, it seems they usually focus on “Trick of the tail”. To be honest, I do like “A trick of the tail” much better, yet “Wind and wuthering” is the album in which the band fully realized the sound they had been honing for so many years. It's hard to imagine how much they could have improved had Hackett not left after this album, but I guess that's something we'll never know.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Very good.

GENESIS (1976):

Phil Collins - voce, batteria e percussioni (lead vocals, drums and percussions)
Steve Hackett - chitarre, autoharp (guitars, autoharp)
Tony Banks - tastiere (keyboards)
Mike Rutherford - basso, chitarre acustiche (bass, acoustic guitars)

TRACK LIST:

1. Eleventh Earl of Mar
2. One for the vine
3. Your own special way
4. Wot gorilla
5. All in a mouse's night
6. Blood on the rooftops
7. ‘Unquiet slumbers for the sleepers ...
8. ... in that quiet earth’
9. Afterglow

WIND AND WUTHERING (GENESIS) - 70 MB

mercoledì 25 giugno 2008

L'AUTO ECOLOGICA DEL "FUTURO"? SOGNAMOCELA .... (THE ENVIRONMENT-FRIENDLY "CAR OF THE FUTURE"? FORGET IT ...)


L'auto ad aria è ... volata via

EOLO, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire. Perché?


VIVAMO IN UN MONDO DOVE CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO È' IMPORTANTE QUANTO L'ACQUA.

Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la "Eolo" (questo il nome originario dato al modello), una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare, fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente. Capace di percorrere 100 km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di 110 km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano.
Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa –20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento.
Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.
Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 9.000-10.000 euro, nel suo allestimento più semplice. Qualcuno l'ha mai vista in TV?
Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: un mio conoscente si mise in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.
Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un
certo momento in poi non si sono avute più notizie. Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita.
Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla
fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto
OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia. A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola, hanno usato Internet per far circolare informazioni.
Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella prima pagina dei
risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.
Come stanno oggi le cose. Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto. I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.
Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da
pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli
uomini indipendenti.
La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben
progettati.
Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi né di cambi olio, che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza.
Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos'altro in quei cassetti di cui
parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della
Shell, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le
grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che l'informazione "ufficiale" dica mai nulla, presa com'è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo.
Davvero triste, non credete? E pensare a tutti i grandi politici, uomini di stato, ecc. che parlano di “terrorismo islamico” …..
Forse non esiste anche un “terrorismo economico”, un “terrorismo culturale”? Eh, Mr. Bush e compagnia bella, che ne pensate???


AN ABSTRACT OF THIS ARTICLE (ABOUT A REAL "GREEN" CAR THAT IS NOT MARKETED OWING TO ITS JEOPARDIZING THE INTEREST OF THE WORLD'S MAJOR CORPORATIONS) WILL BE PROVIDED IN A SEPARATE POST IN A FEW DAYS.

A TRICK OF THE TAIL (GENESIS) - 1975 (RE-POST)


RE-UPLOAD DI UN ALBUM POSTATO IL 18 GIUGNO 2007, IL CUI LINK È RISULTATO "CIMITO": “A TRICK OF THE TAIL” (GENESIS).

La qualità del primo album dei Genesis successivo alla dipartita di Peter Gabriel colse tutti di sorpresa (me compreso), soprattutto se si considera che era trascorso un anno e mezzo dalla pubblicazione del capolavoro “The lamb lies down on Broadway”. Fin dal brano di apertura “Dance on a volcano”, si ha l’impressione di ascoltare i migliori Genesis, e la voce di Phil Collins assomiglia incredibilmente a quella di Peter Gabriel. E il secondo pezzo (la splendida ballata “Entangled”, composta da Tony Banks e Steve Hackett) rappresenta, secondo me, uno dei brani migliori in assoluto della band: atmosfere da sogno (in effetti, il testo parla proprio del sonno e dei sogni), con chitarre acustiche e mellotron che fanno di “Entangled” uno dei pezzi più affascinanti del celebre quintetto (in seguito quartetto e - alla fine, e miseramente - trio).
Basta dunque ascoltare questi primi due pezzi per poter affermare che “A trick of the tail” si colloca ai massimi livelli della produzione genesisiana, al pari di “Foxtrot”, Selling England by the pound” e “The lamb lies down on Broadway”. Non servono altre parole: questo disco è imperdibile!
Con dei brani di così squisita fattura e bellezza, il mio voto personale non può che essere:
ECCELLENTE!


RE-UPLOAD OF AN ALBUM POSTED ON JUNE 18th 2007, THE LINK OF WHICH PROVED TO BE A BAD ONE: "A TRICK OF THE TAIL", BY GENESIS.

The quality of Genesis’ first post-Peter Gabriel album astonished everyone (including myself), especially coming out after an 18-month gap following their masterpiece “The lamb lies down on Broadway”. From the very opening number, "Dance on a volcano," you feel as if you were listening to one of the best Genesis records, and Phil Collins sounds more like Peter Gabriel than Gabriel himself did. The second track (Tony Banks and Steve Hackett's "Entangled") is one of the prettiest songs the group had recorded up to that time: a gossamer-textured piece about sleep and dreaming in which a strummed acoustic guitar makes its most prominent appearance ever on a Genesis song.
So, after listening to the first two tracks of the album, no one could object to stating that “A trick of the tail” ranks among Genesis’ best – in the same league as “Foxtrot”, Selling England by the pound” and “The lamb lies down on Broadway”. No more words. Just listen to "A trick of the tail": it's an absolute prog rock must!
All the tracks are excellent; therefore - and accordingly, my personal mark is:
EXCELLENT!

GENESIS (1976):

Steve Hackett - chitarre (guitars)
Tony Banks - tastiere, cori (keyboards, backing vocals)
Mike Rutherford - basso, chitarre acustiche (bass, acoustic guitars)
Phil Collins - voce, batteria e percussioni (vocals, drums and percussions)

TRACK LIST:

1. Dance on a volcano
2. Entangled
3. Squonk
4. Mad man moon
5. Robbery, assault and battery
6. Ripples
7. A trick of the tail
8. Los endos

A TRICK OF THE TAIL (GENESIS) - 70,1 MB

OPERA PRIMA (RUSTICHELLI & BORDINI) - 1973


Rustichelli & Bordini sono un insolito duo, formato da un tastierista e un batterista, che ha pubblicato un unico album (praticamente sconosciuto) nel 1973 prima di scomparire nell’oblio. “Opera prima” è un’opera “concept” di pop sinfonico risalente al periodo d’oro del rock progressivo italiano dei primi anni Settanta, incentrata sul tipico suono analogico delle tastiere di allora in tutta la loro pompa e magniloquenza (organo Hammond C3, mellotron, sintetizzatore Arp VCS3, pianoforte). Sotto molti aspetti, l’album ricorda stilisticamente alcune caratteristiche marginali dei dischi di Emerson, Lake & Palmer: Rustichelli svolge il delicato e intricato lavoro alle tastiere, mentre Bordini fornisce un valido sostegno con le sue ritmiche complesse e incisive.
Si tratta di una musica ricca ed elaborata, grandiosa ed eseguita con una certa abilità L’unico punto debole è rappresentato dalla voce di Rustichelli, decisamente gutturale, profonda e oscura (per non dire … fuori nota in certi momenti). Le chitarre sono del tutto assenti, tuttavia l’economia sonora generale dell’album non sembra risentire di ciò.
Tutto sommato, "Opera Prima" contiene validi spunti di rock progressivo sinfonico ed è un album “quasi" fondamentale per gli appassionati di rock progressivo sinfonico italiano targato anni Settanta.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Distinto/Ottimo.

Rustichelli & Bordini were an unusual keyboardist-drummer duo who released their unique, nearly unknown record in 1973 before sinking into oblivion.
“Opera prima” is a symphonic concept-story opera written back in the golden era of early 1970's Italian prog rock, centered around the warm analog sounds of keyboards in all their pompous and soft variety (Hammond C3 organ, mellotron, Arp VCS3 synthesizer, piano). In many ways "Opera Prima" stylistically approaches some fringe elements of Emerson, Lake & Palmer: Rustichelli performs all the lovely keyboard work while Bordini supports with his classic and complex percussive and drums.
This is richly textured music, which is full of grandeur and highly skilled performances. Rustichelli’s vocals are slightly guttural, deep and dark, and are the only weak point of this album. There are no guitars played on this album and, to be honest, this is not missed.
Overall "Opera Prima" contains some truly unforgettable progressive rock moments and is a “nearly” essential recording for lovers of 1970's Italian symphonic prog.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Fairly/Very good.

RUSTICHELLI & BORDINI (1973):

Paolo Rustichelli - tastiere, voce (keyboards, vocals)
Carlo Bordini - batteria e percussioni (drums and percussions)

TRACK LIST:

1. Natività
2. Icaro
3. Dolce sorella
4. Un cane
5. E svegliarsi in un giorno
6. Cammellandia

OPERA PRIMA (RUSTICHELLI & BORDINI) - 56 MB

UN'ESTATE AL MARE (SEASIDE HOLIDAYS)











L'estate è ormai arrivata, e con essa le vacanze e, ovviamente, il mare.
Quest'anno partirò molto presto, fra pochissimi giorni. Proprio per questo voglio assaporare - e farvi assaporare - alcune splendide anteprime.

Summer is here by now: sunshine, holidays, seaside resorts, etc.
By the way, I'm leaving on holiday quite soon this year - more precisely, I'm leaving in a few days. That's why I'm posting a few lovely seaside pictures for all of you and me to dream about.

NON ASPETTATE TROPPO, DONNE (WOMEN, NEVER WAIT TOO LONG)


Si sa, le donne non sono mai soddisfatte degli uomini che incontrano.
Ecco cosa si rischia se si ha la puzza sotto il naso ...

Everybody knows women are never satisfied with the men they meet.
Waiting too long to meet Prince Charming involves some risks ...

WONDERWALL MUSIC (GEORGE HARRISON) - 1968


“Wonderwall Music” è il primo album solista di George Harrison, nonché colonna sonora del film “Wonderwall”. I brani in esso contenuti sono in pratica tutti strumentali e furono registrati in parte nel dicembre 1967, in Inghilterra, in parte il mese successivo, a Bombay (India). “Wonderwall music” rappresenta, inoltre, il primo lavoro solista prodotto da uno dei celebri “Fab-four”.
Come tutti sanno, i Beatles visitarono l’India nel 1968 e fu proprio George Harrison a rimanere colpito dalla musica, dalla cultura e, più in generale, dalla filosofia di quel lontano paese. Non a caso, gran parte dei musicisti che compaiono nell’album sono indiani, e lo stesso vale per gli strumenti utilizzati: sitar, tabla e pakhavaj (due strumenti a percussione), shanhai (strumento a fiato simile all’oboe), il tutto abbellito (o abbruttito, a seconda dei punti di vista …) dalla presenza degli immancabili strumenti tradizionali (basso, chitarra elettrica, tastiere, batteria).
Non è certo un album irresistibile questo “Wonderwall music”: gli appassionati di musica indiana lo apprezzeranno sicuramente, mentre per gli amanti del rock progressivo la motivazione principale per il suo ascolto può essere la pura curiosità. Inoltre, i singoli brani seguono rigorosamente la trama del film: si tratta di brani cortissimi (2 minuti o poco meno, in alcuni casi) che avrebbero meritato uno sviluppo più omogeneo. Già all’ascolto del brano d’apertura, l’ascoltatore “medio” potrebbe avvertire un senso di nausea e un forte stimolo a correre in bagno: tuttavia, non mancano i pezzi interessanti, in particolare “Red lady too”, “Dream scene” e, soprattutto, "Ski-ing" e "On the Bed", i quali avrebbero potuto fornire una discreta base per brani interessanti.
Se siete nostalgici degli anni che furono, in particolare dei fine anni Sessanta, con tutto il relativo corollario di filosofia hippy, “sballo” e amore per la musica indiana a base di sitar, questo disco potrà certamente interessarvi.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Distinto.

“Wonderwall Music” is George Harrison’s first solo album, as well as the soundtrack to the film “Wonderwall”. The songs are virtually all instrumental and were recorded partly in December 1967 in England, and the rest the following January (1968) in Bombay, India. Wonderwall Music is notable for being the first official solo album by one of the Beatles.
As everybody knows, the Beatles flew to India in 1968 and George Harrison was positively impressed by the music, culture and, in general, the philosophy of that country. Most of the musicians working on this album are from India, and so are the instruments used to record the tracks: sitar, tabla and pakhavaj (two types of drums), shanhai (a woodwind instrument similar to an oboe), all of which with the bass, electric guitar, keyboards and traditional drumming on the background.
This album is not at all an absolute ‘must’: Indian music lovers will surely appreciate it, whereas the general prog rock fan might be interested in it out of mere curiosity. Moreover, the tracks closely adhere to the story narrated on the film: they are quite short and have not been developed as they ought to. The average listener might get sick and tired just after listening to the opening track: in any case, there are some nice songs on this album: in particular, “Red lady too”, “Dream scene” and, above all, "Ski-ing" and "On the Bed", which might have provided a very good basis for creating excellent pieces of music.
If you fancy going back in time and drowning into the “hippy”, freak-out atmosphere of the late 1960s - and, above all, if you dig sitar-stuffed Indian music - I do recommend that you listen to this record.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Fairly good.

MUSICISTI (PERSONNEL):

John Marham - pianoforte (piano)
Colin Manley - chitarre (guitars)
Tony Ashton - organo, pianoforte (organ, piano)
Philip Roger - basso (bass)
Roy Dyke - batteria (drums)
Tommy Reilly - armonica (harmonica)
Asshish Knah - sarod
Mahapurush Misra - tabla, pakavaj
Sharad Jadev - shehnai
Shambu-Das - sitar
Chandra Shekhar - surbahar
Shivkumar Sharma - santoor
S. R. Kenkare - flauto (flute)
Rij Ram Desad - armonium, tabla-tarang (harmonium, tabla-tarang)

TRACK LIST:

1. Microbes
2. Red lady too
3. Tabla and pakavaj
4. In the park
5. Drilling a home
6. Guru Vandana
7. Greasy legs
8. Ski-ing
9. Gat Kirwani
10. Dream scene
11. Party Seacombe
12. Love scene
13. Crying
14. Cowboy music
15. Fantasy sequins
16. Glass box
17. On the bed
18. Wonderwall to be here
19. Singing Om

WONDERWALL MUSIC (GEORGE HARRISON) - 92 MB

YS (BALLETTO DI BRONZO) - 1972 (RE-POST)


RE-UPLOAD DI UN ALBUM POSTATO TEMPO FA, IL CUI LINK È RISULTATO "CIMITO": “YS” (BALLETTO DI BRONZO).

Il Balletto di Bronzo è un gruppo progressive italiano originario di Napoli, nato a metà anni Sessanta e con due soli album all’attivo (“Sirio 2222” e “Ys”) prima dello scioglimento, avvenuto nel 1973.
L’album che posto oggi, “Ys”, è un concept diviso in cinque parti e composto interamente dal dotato tastierista Gianni Leone. Dal punto di vista stilistico, il disco alterna fusion (piuttosto datata, occorre sottolinearlo), rock psichedelico e progressivo, e una sorta di free-jazz d’avanguardia (il tutto strizzando l'occhio a E. L. & P. e ai King Crimson). Su tutto predominano le tastiere e la voce di Gianni Leone: riguardo a quest’ultima, tuttavia, nutro personalmente più di una perplessità, soprattutto a causa di quel modo datato di rendere, per l’appunto, le parti vocali. Un album “pesante”, zeppo di dissonanze e di effetti, che comunque va ascoltato (più volte) e che a suo modo conserva un certo fascino.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Distinto.


RE-UPLOAD OF AN ALBUM POSTED A LONG TIME AGO, THE LINK OF WHICH PROVED TO BE A BAD ONE: "YS", BY BALLETTO DI BRONZO.

Il Balletto di Bronzo (Italian for “The Ballet of Bronze”) was an Italian progressive rock band from Naples. They formed in the mid 1960s and released two albums: “Sirio 2222” and “Ys”, before disbanding in 1973.
Written by keyboardist/vocalist Gianni Leone, “Ys” is a concept album divided into five parts. Stylistically the album moves through odd-metered fusion, progressive and psychedelic rock and avant-garde/free jazz leanings (with E. L. & P. and King Crimson "just round the corner"). Gianni Leone's keyboards and vocals dominate: with regard to the latter, I myself have some personal objections to make, especially in connection to Gianni Leone’s outdated (according to present days’ standards) rendering of vocals.
Its density and heavy use of dissonance have earned it a reputation as a difficult, if potentially rewarding, listen.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Fairly good.

IL BALLETTO DI BRONZO (1972):

Gianni Leone - tastiere, voce (keyboards, vocals)
Vito Manzari - basso (bass)
Gianchi Stringa - batteria e percussioni (drums and percussions)
Lino Ajello - chitarra (guitars)

TRACK LIST:

1. Introduzione
2. Primo incontro
3. Secondo incontro
4. Terzo incontro
5. Epilogo
6. La tua casa comoda (BONUS TRACK)

YS (BALLETTO DI BRONZO) - 59 MB

COLONNA SONORA DEL FILM "EYES WIDE SHUT" (ORIGINAL SOUNDTRACK FROM THE MOTION PICTURE "EYES WIDE SHUT") - RE-POST


RE-UPLOAD DI UN ALBUM POSTATO ESATTAMENTE UN ANNO FA, IL CUI LINK È RISULTATO "CIMITO": "EYES WIDE SHUT" (COLONNA SONORA DELL'OMONIMO FILM DI STANLEY KUBRICK).

Oggi propongo all'ascolto la colonna sonora dell'ultimo capolavoro del grande regista Stanley Kubrick: "Eyes wide shut" (con Tom Cruise e Nicole Kidman). I temi musicali spaziano dalla classica ("Walzer 2" tratto dalla "Jazz Suite" di Shostakovich) alla contemporanea d'autore ("Naval officer", "The dream" e "Masked ball", tutti dell'ottima compositrice Jocelyn Pook), al rock e, soprattutto, al jazz così caro a Kubrick.
Voto personale (scarso / insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Ottimo.


RE-UPLOAD OF AN ALBUM POSTED EXACTLY ONE YEAR AGO, THE LINK OF WHICH PROVED TO BE A BAD ONE: STANLEY KUBRICK'S "EYES WIDE SHUT" ORIGINAL SOUNDTRACK.

Today I'm posting the original soundtrack from the last masterpiece directed by Stanley Kubrick: "Eyes wide shut" (featuring Tom Cruise and Nicole Kidman). The tracks range from classical music ("Waltz 2" from Shostakovich's "Jazz Suite") to first-rate contemporary music ("Naval officer", "The dream", "Masked ball" - all of them composed by Jocelyn Pook), to rock and, finally, jazz music (which Kubrick himself adored).
My personal mark (very poor / poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Very good.

TRACK LIST:

1. Musica ricercata II (Mesto, rigido e cerimoniale)
2. Walzer n° 2 tratto dalla "Jazz Suite"
3. Baby did a bad bad thing
4. When I fall in love
5. I got it bad (and that ain't good)
6. Naval officer
7. The dream
8. Masked ball
9. Migrations
10. If I had you
11. Strangers in the night
12. Blame it on my youth
13. Grey clouds
14. Musica ricercata II (Mesto, rigido e convenzionale) - Ripresa

"EYES WIDE SHUT" ORIGINAL SOUNDTRACK - 80 MB

martedì 24 giugno 2008

SIEGFRIED, IL DRAGO E ALTRE STORIE (ERRATA CORRIGE) - 1976


"Siegfried, il Drago e Altre Storie" è un album interessante di rock progressivo sinfonico d’ispirazione classica, con agganci “tematici” e concettuali ai primi lavori della Premiata Forneria Marconi. Si tratta di un album alquanto raro – il primo ed unico realizzato dagli Errata Corrige, gruppo operante negli anni Settanta, originario di Torino.
Il disco si contraddistingue per un sound particolare progressivo, rifinito e, a tratti “bucolico”, con profusione di chitarre acustiche, flauto, violoncello, organo, pianoforte, sintetizzatori, basso e batteria. Gli intrecci vocali e, talvolta, le parti soliste di chitarra elettrica di chiaro stampo rock completano la gamma sonora, dando origine ad un azzeccato mix di rock, jazz e folk, il tutto su base rock-sinfonica. Gli Errata Corrige rivolgono un’estrema attenzione verso i dettaglia, creando atmosfere bilanciate, con gli immancabili sprazzi melodici “all’italiana” – il tutto, in ogni caso, con estremo equilibrio, quasi che il gruppo abbia lavorato a lungo dal vivo con questo materiale prima di proporlo su album (fra le altre cose, gli Errata Corrige ebbero un’intensa attività “live” negli anni Settanta). In particolare, la mini-suite in cinque movimenti (“Del Cavaliere Citadel e del Drago della Foresta di Lucanor”) offre alcuni momenti irresistibili di puro rock progressivo.
Molti appassionati di questo genere considerano “Siegfried, il Drago e Altre Storie” uno dei classici del rock progressivo italiano. Se, da un alto, penso che un tale giudizio sia un po’ esagerato, dall’altro non posso negare che l’album è davvero piacevole, indicato soprattutto per coloro che apprezzano il “prog” di casa nostra dai tratti sinfonici meno impegnati.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Distinto/Ottimo.

Errata Corrige’s "Siegfried, il Drago e Altre Storie" is a brilliant work of art - symphonic, classically-influenced progressive rock at times reminding me of PFM. It is a very rare album – the first and only one record released by this Torinese band in 1976.
The album builds a luxurious pastoral prog-rock sound through layers of acoustic guitar, flutes, cello, organ, piano, synthesizer, bass and drums. Vocal harmonies and occasional rocking lead electric guitar add more layers to the cake. The album seems to forge its own blend of rock, jazz, and folk elements for a unique sound. The band are very thoughtful at creating perfect atmosphere with little melodic bursts here and there that are just right, there seems to be a great deal of compositional control at play - perhaps the result of working with this material live for a long time. The five-part mini suite (“Del Cavaliere Citadel e del Drago della Foresta di Lucanor”) has many such moments that make the album irresistible.
Many progressive fans consider “Siegfried, il Drago e Altre Storie” one of the classics of Italian prog. While I think it is somewhat overrated, I will only say this is a generally enjoyable album, and will appeal almost solely to those who are into Italian prog, or the lighter forms of symphonic rock.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Fairly/Very good.

ERRATA CORRIGE (1976):

Michele Abate - chitarra, voce (guitars, vocals)
Marco Cimino - flauto, tastiere, violoncello (flute, keyboards, cello)
Gianni Cremona - basso, voce (bass, vocals)
Guido Giovine - batteria, voce (drums, vocals)

TRACK LIST:

1. Viaggio di saggezza
2. Del Cavaliere Citadel e del Drago della Foresta di Lucanor
2a. Il richiamo
2b. Nella foresta
2c. Il drago
2d. Fuggi, Citadel!
2e. Ritorno al villaggio
3. Siegfried (Leggenda)
4. Siegfried (Mito)
5. Dal libro di bordo dell "Adventure"
6. Saturday il Cavaliere

SIEGFRIED, IL DRAGO E ALTRE STORIE (ERRATA CORRIGE) - 54,4 MB

È ARRIVATA L'ESTATE (SUMMER IS BACK AGAIN)








È arrivata l'estate. E con essa, nudità di vario genere ... (AVETE VISTO? ANONIMO VENEZIANO È TORNATO VIVO E VEGETO ...)

Summer is back again! Which means women uncovering to a varying extent ... (LIKE THE PICTURES? YOU SHOULD GUESS "ANONIMO VENEZIANO" IS STILL ALIVE AND KICKING ...)

LIZARD (KING CRIMSON) - 1970 (RE-POST)


RE-UPLOAD DI UN ALBUM POSTATO TEMPO FA, IL CUI LINK È RISULTATO "CIMITO": “LIZARD” (KING CRIMSON).

Nel 1970 i King Crimson pubblicarono “Lizard”, secondo lavoro registrato da una formazione estemporanea che non ebbe mai modo di esibirsi dal vivo. Si trattò del primo - e unico - album al quale collaborarono ufficialmente il bassista-cantante Gordon Haskell e il batterista Andy McCulloch.
“Lizard” è indubbiamente l’album dei King Crismon maggiormente orientato verso il jazz, esito di quella tendenza che si era manifestata nel singolo “Cat food” (pubblicato anche come 45 giri) del secondo album della formazione “In the wake of Poseidon”. Una delle caratteristiche salienti di “Lizard” sono i testi immaginifici di Pete Sinfield, che in questo lavoro offre il meglio di sé.
Pur non essendo fra i preferiti dai fan, “Lizard” è uno dei migliori dischi in assoluto realizzati da Robert Fripp. Comprende cinque brani, e l’intero lato “B” del long-playing originale è occupato dalla suite “Lizard” - l'episodio migliore del disco, a mio parere, il quale rappresenta il brano più lungo (ad eccezione delle improvvisazioni) registrato dai King Crimson. La suite omonima è suddivisa in sezioni, una delle quali suddivisa a sua volta in sottosezioni - il tutto unito e “ricamato” dai testi che riportano al Medio Evo e che narrano di un principe e di una battaglia epica.
L’altro brano che preferisco è “Cirkus”, presumibilmente il più noto del disco, con il suo inizio caratterizzato dalla voce in sordina di Haskell che ben presto cede il passo alle note minacciose del mellotron, suonato dallo stesso Fripp.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Ottimo.


RE-UPLOAD OF AN ALBUM POSTED A LONG TIME AGO, THE LINK OF WHICH PROVED TO BE A BAD ONE: "LIZARD", BY KING CRIMSON.

“Lizard” is an album by King Crimson, released in 1970. It was the second recorded by a transitional line-up of the group that never had the opportunity to perform live. This would be the first (and only) album to feature bassist/vocalist Gordon Haskell and drummer Andy McCulloch as official members of the band.
Lizard is arguably King Crimson's most jazz-inflected album, developing further in the direction suggested by the track "Cat food" on “In the Wake of Poseidon” (also released as a single). King Crimson lyricist Pete Sinfield's contributions to Lizard include some of his most imaginitive and evocative work.
Though not highly reputed among fans, “Lizard” stand out as one of Robert Fripp’s best albums ever. The album consists of five tracks - the whole of the original LP’s side “B” being taken up by “Lizard” (the best track of the record, in my opinion): this is the longest composed (as distinct from improvised) piece ever recorded by King Crimson. This piece is divided into several sections and even subsections, with a narrative (running through its entirety) about a prince who takes part in an epic battle.
The other track I like better is "Cirkus" (perhaps the best-known track on the album), which begins with a hushed verse from Haskell before launching into a menacing theme played by Fripp on the mellotron.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Very good.

KING CRIMSON (1970):

Robert Fripp - chitarre, mellotron, tastiere (guitars, mellotron, keyboards)
Gordon Haskell - voce, basso (vocals, bass)
Mel Collins - sax, flauto (saxes, flute)
Andy McCulloch - batteria e percussioni (drums and percussions)
Pete Sinfield - testi, VCS3 (lyrics, VCS3)

MUSICISTI OSPITI (GUEST MUSICIANS):

Keith Tippet - piano, piano elettrico (piano, electric piano)
Robin Miller - oboe, corno inglese (oboe, cor anglais)
Mark Charig - cornetta (cornet)
Nick Evans - trombone
Jon Anderson (“The Yes”) - voce in “Prince Rupert awakes” (vocals on “Prince Rupert awakes”)

TRACK LIST:

1. Cirkus
2. Indoor games
3. Happy family
4. Lady of the dancing water
5. Lizard
5a. Prince Rupert awakes
5b. Bolero: the peacock’s tale
5c. The battle of glass tears
5c1. Dawn song
5c2. Last skirmish
5c3. Prince Rupert’s lament
5d. Big top

LIZARD (KING CRIMSON) - 68,3 MB