sabato 13 giugno 2009

SPIRIT OF EDEN (TALK TALK) - 1988


“Spirit of Eden” fu pubblicato nel 1988 ed è in genere considerato il capolavoro dei Talk Talk, con il suo perfetto abbinamento di rock, jazz, musica classica e ‘ambient music’. L’album fu composto interamente dal cantante-tastierista-chitarrista Mark Hollis e dal polistrumentista Rim Friese-Greene ed eseguito dalla band insieme ad una nutrita schiera di musicisti che suonavano strumenti di vario genere.
Rispetto ai lavori precedenti dei Talk Talk, “Spirit of Eden” non fu certamente un successo dal punto di vista commerciale; tuttavia, molti critici lo hanno lodato senza indugi, considerandolo essenziale per i futuri sviluppi del movimento ‘post-rock’ degli anni Novanta (al pari del successivo “Laughing stock”, da me postato l’8 settembre 2008). I testi, scritti da Mark Hollis, contengono allusioni di carattere religioso e spirituale: pur ammettendone il carattere ‘religioso’, lo stesso Hollis affermò di non essersi basato su un credo religioso in particolare, bensì su un vago concetto di ‘umanesimo’.
La natura sperimentale e ‘lunatica’ dell’album rende difficile apprezzarlo appieno ad un primo ascolto: io stesso ebbi l’impressione, quando lo ascoltai la prima volta, che i Talk Talk avessero buttato giù l’album rappezzando qui e là frammenti musicali in ordine casuale e sparso. Tuttavia, ascoltandolo più volte, iniziai ad apprezzare la natura evocativa di “Spirit of Eden”, un album che considero - anche per il fatto di essere, dopo tutto, un appassionato di rock progressivo - uno dei migliori album degli anni Ottanta.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Distinto/Ottimo.

Released in 1988, “Spirit of Eden” is considered to be Talk Talk’s masterpiece album, combining elements of rock, jazz, classical music and ambient music. It was composed entirely by Mark Hollis and Rim Friese-Greene and performed by the Talk Talk together with a host of numerous musicians playing a large number of instruments.
Compared to the band’s previous releases, “Spirit of Eden” was not a commercial success; however, many critics praise the album and consider it to have been influential to the post-rock movement of the 1990s, just like the band’s subsequent release “Laughing stock” (refer to my post dated September 8th, 2008). The lyrics, written by Mark Hollis, contain religious and spiritual references: though Hollis himself acknowledged that his lyrics were religious, he said they were not based on a specific religion, preferring to think of them as “humanitarian”.
The moody, experimental nature of the album makes it a challenge to be able to ‘catch’ it on the very first listens: in fact, when I myself listened to it for the first time, it seemed to me as if Talk Talk had made this album by simply building up chunks of music in a random, scrambled order. Then, as I listened to “Spirit of Eden” some more times, I began to appreciate the evocative nature of this album which I rate - due to my being a prog rock fan, all things considered - as one of the best releases in the 1980s.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Fairly/Very good.

TALK TALK (1988):

Mark Hollis - voce, tastiere, chitarra (vocals, keyboards, guitar)
Tim Friese-Greene - tastiere, armonium, chitarra (keyboards, harmonium, guitar)
Lee Harris -– batteria (drums)
Paul Webb -basso (bass guitar)

TRACK LIST:

1. The rainbow (Eded / Desire)
2. Inheritance
3. I believe in you
4. Wealth

SPIRIT OF EDEN (TALK TALK) - 75,5 MB

venerdì 12 giugno 2009

CHOCOLATE KINGS (P.F.M.) - 1975


Pubblicato nel 1975, “Chocolate kings” è un ottimo album di rock progressivo della P.F.M. (Premiata Forneria Marconi), l’ultimo vero ‘pezzo forte’ del gruppo italiano durante gli anni Settanta, al quale farà seguito l’inesorabile fase discendente. Fu anche il primo disco a dividere i fan della P.F.M., soprattutto a causa dell’introduzione del cantante solista Bernardo Lanzetti, la cui voce, fra l’altro, ricorda non poco quella di Peter Gabriel.
Quanto all’esecuzione musicale, “Chocolate kings” rappresenta l’apice tecnico della band, a mio parere. In particolare sono due i brani più significativi al riguardo: “From under' e “Harlequin”, due dei pezzi migliori mai composti dal gruppo, anche se “Out of the roundabout” (uno dei classici durante le esibizioni dal vivo) non può certo dirsi da meno.
Certamente, “Chocolate kings” è meno ‘romantico’ degli album precedenti della P.F.M.; in ogni caso, la musica che propone è di primissimo livello, sia per la resa dei musicisti sia per la presenza di parti melodiche piacevoli. Un album dirock progressivo sinfonico di alta qualità, sicuramente apprezzato dai fan di Genesis e E. L. & P. Le tastiere spiccano, come al solito, sul resto (comprese alcune deliziose parti di organo Hammond); inoltre, il violino di Mauro Pagani aggiunge un tocco particolare al sound dell’album, integrando le consuete chitarre, il basso e la batteria. L’unico punto debole è il brano conclusivo: “Paper charms”, un pezzo un po’ troppo lungo che stenta a mantenere lo standard qualitativo dei quattro brani precedenti. Peccato che proprio il pezzo conclusivo sia quello meno convincente.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Ottimo.

Released in 1975, “Chocolate kings” is an excellent prog album by P.F.M. (Premiata Forneria Marconi), the last great contribution by the band during the Seventies, just before entering the downfall phase. It was also P.F.M.’s first album to divide fans – the main reason for this having been the introduction of a stable vocalist, Bernardo Lanzetti, whose voice reminds me Peter Gabriel’s singing quite a lot.
As far as musicianship is concerned, “Chocolate kings” is where the band reaches the apex, in my opinion. In particular, “From under' and “Harlequin” are two of the best pieces P.F.M. ever composed, together with “Out of the roundabout” (one of the band’s classics during their live performances).
This album is probably less ‘romantic’ than its predecessor, yet the music is still very good: the technical performance is absolutely outstanding and there are a lot of melodies in the songs. “Chocolate kings” is symphonic prog rock of the highest quality that fans of Genesis and E. L. & P. are sure to enjoy. The standard of musicianship is excellent, with keyboards well to the fore (including some wonderful Hammond organ playing); furthermore, violin also adds a nice edge to the sound, complimenting the usual guitar, bass and drums. The only weak track is the ending one: “Paper charms”, a lengthy piece that fails to maintain the standard of the earlier pieces and ends the album poorly.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Very good.

PREMIATA FORNERIA MARCONI (P.F.M.) (1975):

Bernardo Lanzetti - voce (lead vocals)
Franco Mussida - chitarre, voce (guitars, lead vocals)
Mauro Pagani - strumenti a fiato, violino, cori (woodwinds, violin, backing vocals)
Flavio Premoli - tastiere, voce (keyboards, lead vocals)
Franz Di Cioccio - batteria e percussioni, cori (drums and percussions, backing vocals)
Jan Patrick Djivas - basso, cori (bass, backing vocals)

TRACK LIST:

1. From under
2. Harlequin
3. Chocolate kings
4. Out on the roundabout
5. Paper charms

CHOCOLATE KINGS (P.F.M.) - 42,8 MB

ASIA I (ASIA) - 1982


Re-post dell'album "Asia I" (Asia) (post originale: 6 giugno 2007).

Re-post of Asia's "Asia I" (originally posted on June 6th, 2007).


L’album d’esordio del supergruppo Asia (John Wetton, Steve Howe, Carl Palmer, Geoff Downes) porta lo stesso nome della band, ed è considerato da molti (fra i quali il sottoscritto) il loro lavoro migliore. Nel 1981, John Wetton e Steve Howe (reduce dalla recente dipartita dagli Yes) iniziarono a lavorare al progetto “Asia”. A loro si unirono ben presto Carl Palmer (degli E. L. & P.) e Geoff Downes (ex membro dei Buggles e degli stessi Yes cui apparteneva Steve Howe).
L’album omonimo d’esordio (che posto oggi) uscì nel 1982 e, sulla scia dei successoni a 45 giri “Heat of the moment” e “Only time will tell”, ebbe un enorme successo commerciale, raggiungendo i primi posti nelle classifiche di molti paesi (Stati Uniti inclusi). I brani di questo album dimostrano la loro freschezza a distanza di ormai 25 anni, e vengono tuttora proposti da molte emittenti che trasmettono musica rock. Tuttavia, i critici e molti fan di rock progressivo rimasero delusi da questo album, la cui musica assomigliava troppo, a quanto pare, al pop più commerciale.
Che questo sia vero o meno, “Asia” è comunque da ascoltare, e molti dei suoi brani (es. “Only time will tell”, “Sole survivor”, “Cutting it fine”, “Without you”) rappresentano esempi di buon rock.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Distinto.

The first album released by arena progressive rock group Asia (John Wetton, Steve Howe, Carl Palmer, Geoff Downes) bears the same band name and is considered to be their best one. Founding members John Wetton and Steve Howe (having come out of the break-up of Yes in early 1981) started working and writing in 1981 and were subsequently joined by Carl Palmer (from E. L. & P.) and Geoff Downes (who had previously worked with Buggles and Yes themselves.
Asia’s eponymous album (which I’m posting today) was released in 1982 and, boosted by famous singles “Heat of the moment” and “Only time will tell”, enjoyed massive commercial success, becoming a Number 1 hit in many countries (including the U.S.A.). The tracks from the Asia debut have stood the test of time and are played on classic rock stations throughout the world today. Yet, Asia’s first album was considered disappointing by music critics and many fans of traditional progressive rock, who found the music closer to radio-friendly pop.
In any case, “Asia” is worth a listen, as many of its tracks (e.g. “Only time will tell”, “Sole survivor”, “Cutting it fine”, “Without you”) are no doubt very good examples of rock music.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Fairly good.

ASIA (1982):

John Wetton - basso, voce (bass, vocals)
Steve Howe - chitarre, voci (guitars, backing vocals)
Geoff Downes - tastiere, voci (keyboards, backing vocals)
Carl Palmer - batteria e percussioni (drums and percussions)

TRACK LIST:

1. Heat of the moment
2. Only time will tell
3. Sole survivor
4. One step closer
5. Time again
6. Wildest dreams
7. Without you
8. Cutting it fine
9. Here comes the feeling

ASIA I (ASIA) - 80,5 MB

lunedì 8 giugno 2009

LE ORME IN CONCERTO (LE ORME) - 1974 (RE-POST)


Re-post dell'album "Le Orme in concerto" (Le Orme) (post originale: 16 dicembre 2007).
Re-post of Le Orme's "Le Orme in concerto" (originally posted on December 16th, 2007).

Nel 1974, Le Orme pubblicarono “In concerto”, un disco che segna un’epoca in quanto si tratta del primo disco live di un gruppo rock italiano. La qualità sonora lascia a desiderare, e gli stessi componenti de Le Orme erano contrari all’uscita dell’album - album che, a quanto pare, risulterebbe frutto di una registrazione “improvvisata” di un tecnico al seguito della band.
Il lato “A” del disco originale comprende due inediti: “Truck of fire” (Parti 1 e 2), il primo interamente strumentale, il secondo cantato in inglese. Il lato “B” propone invece alcuni classici del trio veneziano: in particolare, spicca il brano inedito “Preludio a Era inverno”.
Nel complesso, un disco coraggioso e interessante (ripeto, qualità sonora a parte), il quale viene a completare i miei post dedicati al periodo migliore de Le Orme (vedi “Felona e Sorona, postato il 15 marzo 2007; “Collage”, postato il 2 aprile 2007; “Uomo di pezza”, postato l’8 maggio 2007; “Contrappunti”, postato il 14 settembre 2007).
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo /eccellente): Ottimo.

Le Orme, one of the most famous Italian prog rock bands, released “In concerto” in 1974 - a milestone album, due to its being the first live album ever released by an Italian rock band. It is a pity the sound recording quality leaves a great deal to be desired, and the band members themselves were not very keen on publishing this record, which would apparently be the result of an “improvised” recording made by a sound engineer following the band.
Side “A” of the original record includes two previously unpublished tracks: “Truck of fire” (Parts 1 & 2), the former being an all-instrumental piece, the latter being sung in English. Side “B” contains some of the most famous songs of this Venetian trio, plus a nice instrumental never released before: “Preludio a Era inverno”.
All things considered, “Orme in concerto” is a “daring” and very interesting record (I repeat, apart from its sound recording quality), which completes the series of my posts dedicated to Le Orme at their best (see “Felona e Sorona, posted on March 15th 2007; “Collage”, posted on April 2nd 2007; “Uomo di pezza”, posted on May 8th 2007; and “Contrappunti”, posted on September 14th 2007).
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good /excellent): Very good.

LE ORME (1974):

Aldo Tagliapietra - voce, basso, chitarre (vocals, bass, guitars)
Tony Pagliuca - tastiere (keyboards)
Michi Dei Rossi - batteria e percussioni (drums and percussions)

TRACK LIST:

1. Truck of fire (Part 1)
2. Truck of fire (Part 2)
3. Sguardo verso il cielo
4. Preludio a Era inverno
5. Era inverno
6. Ritorno al nulla
7. Collage (sigla)
8. Collage

LE ORME IN CONCERTO (LE ORME) - 63,9 MB