mercoledì 17 ottobre 2012

VIENNA (Ultravox) - 1980



Fu un mio caro amico a convincermi ad acquistare, alla fine del 1982, il vinile “Vienna” degli Ultravox. Sapendo della passione di quel tale amico per la new-wave, mi preparai all’ascolto di un genere diverso da quello che da sempre mi attira: il progressive. Infatti, all’inizio “Vienna” mi parve un album asettico, senza ‘spina dorsale’. Poi, ascoltandolo più volte – e con il passare degli anni – ho apprezzato sempre più quel suono synth-pop peculiare che lo caratterizza. Al punto che, riascoltandolo qualche settimana fa, ho deciso di farvene dono.

Voto personale: 7 / 10.


A dear friend of mine got me to buy the “Vienna” long-playing record (by Ultravox) in the end of 1982. I knew my friend was fond of new-wave music, so I set my mind up to listening to a different genre from the one I’ve always loved, i.e. prog rock. Indeed, “Vienna” sounded to me, at the beginning, like a dull, ‘spineless’ record. Then, as I listened to it several times – and as years went by – I found it wasn’t so bad: to sum it up, I began to appreciate the peculiar synth-pop sound this album consists of. And I listened to "Vienna" again a few weeks ago, after a very long time - I really dig it! That’s why I’m posting it today, for you to listen.

My personal mark: 7 out of 10.


ULTRAVOX (1980):


Warren Cann – batteria e percussioni, voce (drums and percussion, vocals)
Chris Cross – basso, sintetizzatori, cori (bass, synthesizers, backing vocals)
Billy Currie – tastiere, violino, sintetizzatori (keyboards, violin, synthesizers)
Midge Ure – chitarra, voce solista, sintetizzatori (guitar, lead vocals, synthesizers)


TRACK LIST:

1. Astradyne
2. New Europeans
3. Private lives
4. Passing strangers
5. Sleepwalk
6. Mr. X
7. Western promise
8. Vienna
9. All stood still


VIENNA (ULTRAVOX) - 64,2 MB

V.c.   /   S.c.




sabato 13 ottobre 2012

MERDACCE D'ITALIA - 3: ANTONIO PIAZZA (ITALIAN CONTEMPTIBLE ASSHOLES - 3: ANTONIO PIAZZA)


(In alto: Antonio Piazza, il politico 'merdaccia' che ha bucato le gomme all'auto di un disabile)

(Above: Antonio Piazza, the contemptible Italian politician who took revenge by slashing the tyres of a disabled person's car)


Rieccoci con l'azzecatissima mia rubrica "Merdacce d'Italia"! Dopo il lungo silenzio della scorsa primavera/estate, non potevo fare a meno di tornare sull'argomento - e dire che casi di 'merdacce' italiche ve ne sono stati, eccome! Avrei voluto postare qualcosa su Fiorito, il consigliere della Regione Lazio, quell'orribile arancino ambulante che trasuda grasso da tutti i pori, di cui hanno parlato e straparlato giornali e telegiornali e quant'altro.

Ma, più o meno negli stessi giorni, un altro personaggio ha meritato ancor più il titolo di "Merdaccia d'Italia": Antonio Piazza, iscritto al PDL ("Partito Dei Ladroni" - e figuriamoci se poteva essere diversamente!), il quale, forte del suo "potere", ha parcheggiato sul posto riservato ad un disabile e, dopo che questi ha chiamato i vigili, si è vendicato bucandogli le gomme dell'auto.

Avrete certo sentito parlare tutti, o compatrioti italici (cazzisuisti o meno che siate), di questa squallida vicenda. Allora, 'rallegriamoci' leggendo (per chi conosce l'inglese) come hanno contattato il fattaccio i miei amici britannici:

http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/9586608/Italian-politician-slashes-tyres-of-disabled-man.html

Altra merda, ancora merda su questa povera penisola ...



The above refers to a horrible situation that took place in Italy. Antonio Piazza, a member of the PDL Italian party (the one led by Mr. Berlusconi) parked his Jaguar in a place reserved for a disabled person. He did so without caring for anything, thinking he was entitled to do that only because he is a 'man of power'. And when the disabled person drove to his parking space and found it was occupied and called the Municipal Police, Mr. Piazza waited for the policemen to go away and, then, took revenge by slashing the tyres of the disabled person's car. 

Disgusting! Really disgusting. Just read how an English newspaper reported the fact:

http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/9586608/Italian-politician-slashes-tyres-of-disabled-man.html




RAOUL AND THE KINGS OF SPAIN (Tears for Fears) - 1995 (Re-post)



"Raoul and the kings of Spain" è il quinto album dei Tears for Fears, una band che avrebbe meritato, a mio parere, molto più successo di quanto abbia avuto. La mia passione nei loro confronti, testimoniata anche dai post ‘remoti’ dei loro album "Songs from the big chair" (vedi 3 aprile 2007) e "The seeds of love" (4 aprile 2007), trova conferma in una frase che sono solito dire quando discuto della musica di oggi e della "nostra" gloriosa musica (intendo quella dei vecchioni sulla cinquantina, legati agli anni Sessanta e Settanta): vale a dire, che i Tears for Fears sono, secondo me, l'ultimo vero gruppo di rock (non dico progressivo, ma quasi) che mi abbia affascinato. Un po' troppo indietro nel tempo, vero?

Tornando al disco, non posso fare altro che lodarne le qualità: pezzi briosi, musicalmente "tosti" e al tempo stesso delicati. Da ascoltare assolutamente. Su tutti, preferisco il brano d'apertura omonimo, "Sketches of pain", "Humdrum and humble" e "Me and my big ideas". Ma soprattutto, "Los reyes catolicos", una magnifica "perla" musicale di poco più di un minuto e mezzo: uno dei 20-30 single più belli che abbia mai ascoltato in tutta la mia vita.

Voto personale: 8½ / 10.


"Raoul and the kings of Spain" is the fifth album by Tears for Fears, a band that would have deserved much more success than they actually did. I'm very fond of them - which is confirmed by my ‘remote’ posts of "Songs from the big chair" (April 3rd, 2007) and "The seeds of love" (April 4th, 2007) - and when I talk about today's music and compare it with the glorious music of my generation (i.e. people in their late fourties of fifties, who are keen on the Sixties' and Seventies' rock bands), I always say that Tears for Fears are the last quasi-progressive rock band that really charmed me. Going back 20 years in time is maybe too long ....

Anyway, I can't help but praising "Raoul and the kings of Spain": good tunes, powerful rhythm, delicate sounds. My favourite tracks include the opening title, "Sketches of pain", "Humdrum and humble" and "Me and my big ideas". But there's one song I like best: "Los Reyes Catolicos". I love it to such an exaggerated extent that I rank it among the 20-30 best rock songs I have ever listened to in my life.

My personal mark: 8½ / 10.


TEARS FOR FEARS (1995)

Roland Orzabal - chitarre, tastiere, voce (guitars, keyboards, vocals)
Curt Smith - basso, voce (bass, vocals)
Ian Stanley - tastiere, arrangiamenti (keyboards, arrangements)
Manny Elias - batteria e percussioni (drums and percussion)


TRACK LIST:

1. Raoul and the kings of Spain
2. Falling down
3. Secrets
4. God's mistake
5. Sketches of pain
6. Los reyes catolicos
7. Sorry
8. Humdrum and humble
9. I choose you
10. Don't drink the water
11. Me and my big ideas
12. Los reyes catolicos (reprise)


RAOUL AND THE KINGS OF SPAIN (TEARS FOR FEARS) - 117,6 MB

V.c.   /   S.c.



venerdì 12 ottobre 2012

KILL TO GET CRIMSON (Mark Knopfler) - 2007




Moltissimi anni dopo aver ascoltato con piacere i Dire Strait (e averli visti dal vivo a Torino, nel 1981), mi ha fatto piacere ascoltare “Kill to get crimson”, l’album di Mark Knopfler pubblicato nel 2007.

Un disco niente male, con una copertina davvero originale tratta da un dipinto di John Bratby (“Four Lambrettas and Three Portraits of Janet Churchman”). Musiche decisamente più tranquille rispetto ai Dire Straits, il più delle volte dai toni pastorali, bucolici. Con tutto lo schifo di musica uscita negli ultimi anni, questo album se non altro tira un po’ su il morale.

Voto personale: 8



Many, many years after I used to take pleasure in listening to Dire Straits (and after I had seen them performing live in Turin, in 1981), I was very glad to listen to “Kill to get crimson”, the album by Mark Knopfler released in 2007.

A nice album, with an original cover image  taken from the painting "Four Lambrettas and Three Portraits of Janet Churchman" by John Bratby. A quieter kind of music than the Dire Straits’ one, featuring pastoral, bucolic sound textures. Considering all the musical rubbish released over the past years, this album should at least raise your spirits

My personal mark: 8


TRACK LIST:

1. True love will never fade
2. The scaffolder's wife
3. The fizzy and the still
4. Heart full of holes
5. We can get wild
6. Secondary waltz
7. Punish the monkey
8. Let it all go
9. Behind with the rent
10. The fish and the bird
11. Madame Geneva's
12. In the sky


KILL TO GET CRIMSON (M. Knopfler) - 129,1 MB

V. c.   /   S. c.




IMMAGINI ROCK PROG D'EPOCA (VINTAGE PROG ROCK IMAGES)



Altre tre immagini tratte da ritagli della rivista "Ciao 2001", pubblicazione 'mito' degli anni Settanta.




Some more pictures taken from clippings from Italian music magazine "Ciao 2001", a real must for Italian teenagers fond of rock in the 1970s.





giovedì 11 ottobre 2012

TANGO (Matia Bazar) - 1983 (Re-post)




Nel 1983 i Matia Bazar, gruppo di ‘musica leggera’ italiana, si presentarono a Sanremo (oddio!!!) lasciando stupefatti pubblico e critica con una composizione dal sapore retrò, basata su arrangiamenti elettronici in una coreografia di altri tempi. Il brano in questione era "Vacanze romane" e si classificò terzo, se ben ricordo. Un gran bel brano, superbo, raffinato indubbiamente (e proprio per questo motivo non si classificò al primo posto, come invece avrebbe meritato). Ma l'album che lo conteneva era ancora meglio, anzi incredibilmente ad alti livelli. Sto parlando di "Tango", il superlativo re-post di oggi.

Gli otto brani che compongono "Tango" non si discostano sostanzialmente dalla forma-struttura della "canzone". Tuttavia, l'uso massiccio dei sintetizzatori, i ritmi martellanti, le liriche ermetiche e l'abbondante uso dell'elettronica (per non parlare della superba voce lirica della Ruggiero, seconda solo a Mina, secondo me, nella classifica delle migliori cantanti italiane di sempre) rendono l'insieme un qualcosa di accostabile grosso modo al rock impegnato, se non proprio al genere progressive.

Un gran bell’album, che più lo ascolto più lo apprezzo.

Voto personale: 9 / 10.


In 1983, Italian easy-listening pop band Matia Bazar took part in the Sanremo song festival and, to the great astonishment both of the public and the music reviewers, played a song which sounded somehow retro, based on a sophisticated electronic arrangement and performed on stage with the band members wearing vintage dresses. This song was entitled "Vacanze romane" and ranked #3 in the final chart. The song itself was great indeed (this must have been the reason why it did not win the 1983 edition of the Sanremo Festival). And, what’s more, the album from which “Vacanze romane” was taken proved to be even better: I’m talking about “Tango”, today’s excellent re-post.

This album consists of eight songs which do not essentially distance themselves from the typical structure of Italian songs. However, the massive use of electronics, the thumping rhythm in some songs, the mysterious lyrics and the great amount of electronic devices (not to mention the superb opera-like vocals by Antonella Ruggiero, Italy's second best pop female vocalist of all times after Mina, in my opinion), make “Tango” a very good pop album (if not a proper prog rock one).

A very good album, I repeat: the more I listen to it, the more I love it!

My personal mark: 9 out of 10.


MATIA BAZAR (1983):

Antonella Ruggiero – voce solista (lead vocals)
Carlo Marrale - voce, chitarre (vocals, guitars)
Giancarlo Golzi - batteria (drums)
Mauro Sabbione - voce, tastiere (vocals, keyboards)
Aldo Stellita - basso (bass guitar)


TRACK LIST:

1. Vacanze romane
2. Palestina
3. Elettrochoc
4. Intellighenzia
5. Il video sono io
6. Scacco un po' matto
7. Tango nel fango
8. I bambini di poi


TANGO (MATIA BAZAR) - 82,1 MB

Ved. comm.   /   See comm.




sabato 6 ottobre 2012

ART EROTICA 2



Dopo il post del 23 settembre, ecco alcune immagini ‘sensuali’ tratte da alcune tavole illustrate da Giovanni Mulazzani, artista marchigiano sconosciuto ai molti.




Following the post dated September 23rd, here are some more ‘alluring’ images taken from illustrated tables by Giovanni Mulazzani, a graphic artist from Italian region Marche, who is relatively unknown to most people.









SEGUENDO LE TRACCE (Live) (Banco del Mutuo Soccorso) - 1975 (Re-post)




Un’altra “chicca” di Anonimo Veneziano: “SEGUENDO LE TRACCE”, album dal vivo del Banco del Mutuo Soccorso (noto anche come Banco o BMS), dopo il meraviglioso post di ieri. Con questo album, il Banco del Mutuo Soccorso ha realizzato, secondo me, una delle migliori incisioni in assoluto di rock progressivo internazionale. E, soprattutto, la registrazione risale all’aprile 1975, vale a dire, il periodo migliore della loro attività sia dal vivo che in studio.

“Seguendo le tracce” è a dir poco fantastico: non trovo parole, se non termini superlativi per descrivere l’entusiasmo che ho provato ascoltando questo album. Sia la registrazione che la produzione sono eccellenti: i brani sono tratti dai loro primi tre album (ad eccezione di “L’albero del pane”, l’inedito presente nell’omonimo album “Banco”, pubblicato per il mercato britannico sempre nel 1975), e ciò è garanzia di eccellenza compositiva. Il Banco del Mutuo Soccorso si è sempre contraddistinto per la capacità di suonare partiture complesse, rendendole dal vivo ad altissimi livelli di raffinatezza ed elaborazione musicale e, al tempo stesso, offrendo al pubblico performance potenti ed energiche ricche di melodie, armonie e ritmi.
“Seguendo le tracce” è stato registrato al Teatro Verdi di Salerno il 23 aprile 1975. Un album della durata di circa 75 minuti con versioni mozzafiato dei loro classici dell’epoca, fra i quali una versione di “Metamorfosi” di ben 26 minuti!

Voto personale: 9½ / 10.


Here’s another “rarity album” proposed by Anonimo Veneziano: “SEGUENDO LE TRACCE”, by Italian prog band Banco del Mutuo Soccorso (a.k.a. Banco or BMS), following yesterday’s great album by the same band. With this recording, Banco del Mutuo Soccorso made what I consider to be one of the very best live progressive recordings I have ever heard. And what’s more, the album dates back to April 1975, i.e. the top of their activity, both on stage and in a recording studio.

“Seguendo le tracce” is just marvellous: I find myself lacking in superlatives in my enthusiasm for the Banco’s majestic performance as evidenced in this album. Both the recording and the production are excellent; the selection of material is drawn from the first three albums (except for “L’albero del pane”, which would appear in their eponymous album for the British market, released in 1975) , thus ensuring the excellence of the compositions. Banco del Mutuo Soccorso are a band able to perform such complex musical scores – and perform it with a higher degree of sophistication and elaboration, delivering a strong, energy-filled performance with the highest degree of sophistication rich in melodies, harmonies and rhythm.
An album recorded live at Teatro Verdi, Salerno, on April 23rd, 1975. A 75-minute recording that features mind-blowing renditions of their classic material, including a 26-minute long version of “Metamorfosi”.

My personal mark: 9½ out ot 10.


BANCO DEL MUTUO SOCCORSO (1975):

Francesco Di Giacomo - voce (lead vocals)
Gianni Nocenzi - pianoforte, piano elettrico, clarinetto (piano, electric piano, clarinet)
Vittorio Nocenzi - organo Hammond, tastiere, sintetizzatori (Hammond organ, keyboards, synthetizers)
Rodolfo Maltese - chitarre, tromba (guitars, trumpet)
Pier Luigi Calderoni - batteria e percussioni (drums and percussions)
Renato d'Angelo - basso (bass guitar)


TRACK LIST:

1) R.I.P (English version)
2) L'albero del pane
3) La danza dei grandi rettili
4) Passaggio
5) Non mi rompete
6) Dopo ... niente è più lo stesso
7) Traccia II
8) Metamorfosi


SEGUENDO LE TRACCE (B.M.S.) - 102,0 MB

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venerdì 5 ottobre 2012

BANCO ... DI TERRA (B.M.S.) - 1978 (Re-post)



Re-post di un album fenomenale: “Banco … di terra”, un album interamente strumentale, un meraviglioso connubio fra classica, rock e jazz, registrato con l’ausilio dell’orchestra sinfonica dell’Unione Musicisti di Roma. E facendo un raffronto con altri album realizzati da gruppi rock degli anni Settanta (vedi E. L. & P., Deep Purple e Jethro Tull, solo per citare alcuni esempi) con il supporto di intere orchestre, “Di terra” si posiziona ad un livello decisamente superiore. Nel caso del Banco, l’orchestra non viene “asservita” al gruppo rock: essa svolge il ruolo primario, eppure “Di terra” non può essere etichettato come disco di musica classica. In poche parole, è un album imperdibile.

Mettetevi comodi sulla vostra poltrona preferita, cuffie in testa, relax completo e una birra o un buon vino (per chi beve, ovviamente) a portata di mano. Poi ascoltate il disco. Pura delizia sonora, ve lo assicuro!

Voto personale: 9½ / 10.


This is the re-post of a wonderful album: “Banco … di terra”, a fully instrumental record providing an excellent blend of classical music, rock and jazz. This elaborate album was recorded with the aid of the “Unione Musicisti di Roma” symphonic orchestra. Compared with other 1970s prog bands (e.g. E. L. & P., Deep Purple, Jethro Tull, etc.) who recorded with the aid of an orchestra, “Banco … di terra” ranks at a much higher level. Here, the orchestra is not “slaved” to the rock band: it simply plays the leading role, yet this album cannot be labelled as “classical music”. To sum up, you must absolutely listen to it!

Sit down on your favourite armchair, put your earphones on, relax and have a glass of beer or wine within easy reach. Then start playing “Di terra”. Pure delight, no doubt about it!

My personal mark: 9½ out of 10.


BANCO DEL MUTUO SOCCORSO (1978):

Vittorio Nocenzi – organo, sintetizzatori, piano elettrico (organ, synthetizers, electric piano)
Gianno Nocenzi – pianoforte (grand piano)
Rodolfo Maltese – chitarre, tromba (guitars, trumpet)
Pierluigi Calderoni – batteria e percussioni, timpani (drums and percussions, tympani)
Renato D’Angelo – basso elettrico (electric bass)
Francesco Di Giacomo – versi (track titles)
Alan King – sax contralto, flauto in DO (contralto sax, flute in C)

MUSICISTI OSPITI (GUEST MUSICIANS)

Orchestra dell’Unione Musicisti di Roma (diretta da Vittorio Nocenzi) (conductor: Vittorio Nocenzi).


TRACK LIST:

1. Nel cielo e nelle altre cose mute
2. Terramadre,
3. Non senza dolore
4. Io vivo
5. Né più di un albero non meno di una stella
6. Nei suoni e nei silenzi
7. Di terra


BANCO ... DI TERRA (Banco del Mutuo Soccorso) - 96,8 MB

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ALTA VALLE SUSA, DI BUON'ORA (HIGHER VALLE SUSA, EARLY IN THE MORNING)


La scorsa settimana sono stato qualche giorno in alta Valle Susa, per lavoro. E ne ho approfittato per scattare duo foto come tante altre (dall'appartamento dove stavo), con la nuova compatta che mi sono accattato.




I went to higher Valle Susa on business last week. So, I took this opportunity of taking a couple of snapshots (from the apartment where I stayed) with the new compact camera I recently bought.


giovedì 4 ottobre 2012

BRILLIANT TREES (David Sylvian) - 1984 (Re-post)



Dopo l'avventura con i Japan, David Sylvian ha intrapreso una carriera solista con risultati di tutto rispetto (dal punto di vista artistico, non commerciale). "Brillian trees" (1984) è, a mio parere, uno degli album migliori di questo artista: atmosfere raffinate, elettronica suggestiva e, soprattutto, la voce profonda di Sylvian fanno dell'ascolto di questo album un'esperienza unica. Alla realizzazione hanno collaborato, fra gli altri, il direttore d'orchestra Ryuchi Sakamoto, Holger Czukay, e i due ex-Japan Richard Barbieri e Steve Jansen.

Voto personale: 8½ / 10.


After rock band Japan had split up, David Sylvian started a solo career with outstanding results (from the artistic viewpoint, not in terms of sales figures). In my opinion, "Brillian trees" (1984) is one of Sylvian's best albums: refined atmospheres, charming electronic sounds and, most of all, Sylvian's low-pitched voice make listening to this album a unique experience. Among the musicians who contributed to making "Brillian trees" are conductor Ryuchi Sakamoto, Holger Czukay, and former Japan members Richard Barbieri and Steve Jansen.

My personal mark: 8½ out of 10.


TRACK LIST:

1. Pulling punches
2. The ink in the well
3. Nostalgia
4. Red guitar
5. Weathered wall
6. Backwaters
7. Brilliant trees


BRILLIANT TREES (David Sylvian) - 90,3 MB

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martedì 2 ottobre 2012

ALTRO JAC ... (SOME MORE JACOVITTI'S STRIPS)




Altre strisce dell'insuperabile Benito Jacovitti ...

Some more strips by the only and one Benito Jacovitti ...


lunedì 1 ottobre 2012

ZERO (Bluvertigo) - 1999 (Re-post)




Capolavoro techno-pop new-wave italiano, “Zero” (pubblicato nel 1999) è il terzo album dei Bluvertigo, una delle band più promettenti nel panorama nostrano fine anni Novanta.

66 minuti di musica incalzante, mai scontata, meditativa, ricca di atmosfere indubbiamente malinconiche e angosciose. I testi rappresentano un’altra peculiarità di questo disco, realizzato, fra l’altro, con l’ausilio di tutta una serie di personaggi di rilievo del rock italiano (Franco Battiato, Mauro Pagani).


Un disco da non perdere assolutamente. Personalmente, mi ha colpito fin dal primo ascolto - uno dei pochissimi album prodotti da gruppi italiani negli ultimi vent’anni, in grado di farmi provare “emozioni” come mi capitava con i vecchi, "sani" album dei gruppi prog anni Settanta.


Voto personale: 8½ / 10.



A masterpiece of Italy’s techno-pop, new-wave music, “Zero” (released in 1999) is the third album by Bluvertigo, one of the most promising bands in the Italian pop music scene of the 1990s.

Sixty-six minutes of throbbing tunes and rhythm: a set of sixteen innovative, reflective songs rich in broody, anguished atmospheres. The lyrics are another distinctive peculiarity of “Zero”, which was made, among other things, in collaboration with famous Italian rock music artists (Franco Battiato, Mauro Pagani).

An absolute must for electronic, techno-pop lovers. I was positively impressed by “Zero” from the very first time I listened to it - one of the very few albums made by Italian rock bands over the past two decades, which made me have feelings just like the old 1970s prog rock records did.

My personal mark: 8½ out of 10.


BLUVERTIGO (1999):

Marco "Morgan" Castoldi - voce, chitarre, tastiere, percussioni (vocals, guitars, keyboards, percussion)
Andrea “Andy” Fumagalli - sintetizzatori, voce, sassofono (synthetizers, vocals, sax)
Sergio Carnevale - batteria e percussioni (drums and percussion)
Livio Magnini - chitarre, percussioni (guitars, percussion)


TRACK LIST:

1. Versozero
2. Zero
3. La crisi
4. Sono=sono
5. La comprensione
6. Finché saprai spiegarti
7. Sovrappensiero
8. Forse
9. Autofraintendimento
10. Lo psicopatico
11. Always crashing in the same car (cover song from David Bowie’s)
12. Saxs interlude
13. Porno muzik
14. Niente x scontato
15. Numero
16. Punto di non arrivo


ZERO (Bluvertigo) - 151,4 MB

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lunedì 24 settembre 2012

STATO LADRONE ... (POLITICS CRIMINALS)



A fine liceo, nel 1979, mi ero cimentato in questo disegno, tratto da una vignetta satirica d'epoca. A distanza di oltre 30 anni, le cose non sono cambiate ...

P.S.
HORRIBILIS VISU! Notate il francobollo che avevo appiccicato nell'angolo in alto a sinistra: auspicava la creazione dell'Unione Europea! Allora ci credevo - quanto ero koglionazzo ...


When I was about to finish high school in 1979, I made this drawing, by taking inspiration on an Italian satirical vintage cartoon strip. Unfortunately, things haven't changed with Italian politics over the past 30 years ...

P.S.
A HORRIBLE DETAIL! See the postage stamp I stuck in the top left-hand corner of the drawing: this stamp was meant to promote the creation of the European Union! I supported the European Union at that time - what a fucking idiot I was ...


SARABANDA (Venegoni & Co.) - 1979 (RE-POST)




Progressive-rock-jazz-folk italiano, fine anni Settanta. Ecco una sintetica presentazione di "Sarabanda", album di Gigi Venegoni & Co.

Gigi Venegoni, mio concittadino, ha fatto parte degli Arti & Mestieri (celebre gruppo progressive italiano, anch'esso originario di Torino) prima di fondare la band che porta il suo nome: un "gruppo aperto" al quale hanno collaborato molti musicisti.

"Sarabanda" è uscito nel 1979. E dopo tanti anni fa ancora piacere ascoltare un disco del genere. Davvero originale. (Ma lo è davvero? Oppure è la massificazione totale della musica odierna a farmi fare un'affermazione del genere? Bah ...)

Voto personale: 8 / 10.


Italian progressive-rock-jazz-folk: this could be a concise introduction to "Sarabanda" by Gigi Venegoni & Co.

My fellow townsman Gigi Venegoni had played guitar with "Arti & Mestieri" (a famous, Italian progressive rock group of Torinese origin too) before he formed the band taking his name - an "open" band with which a large number of musicians collaborated.

"Sarabanda" was released in 1979. After so many years, I still listen to it with great pleasure. A very original record, indeed. (Is it really? Or, perhaps, am I making such a statement due to my great disappointment for today's uniform music? Who can tell ...)

My personal mark: 8 out of 10.


VENEGONI & CO. (1979):

Gigi Venegoni - chitarra, basso, percussioni (guitar, bass, percussion)
Ludovico Einaudi - tastiere (keyboards)
Luca Francesconi - tastiere (keyboards)
Ciro Buttari - percussioni, voce, piano (percussion, vocals, piano)
Pietro Pirelli - percussioni (percussion)
Massimo Aimone - batteria (drums)


TRACK LIST:

1. Mezzogiorno
2. Opa
3. Balon *
4. Sarabanda

* NOTA: il "Balon" è lo storico mercatino delle pulci di Torino. 
* NOTE: "Balon" is the name for the oldest, most popular flea market in Turin.


SARABANDA (VENEGONI & CO.) - 86,3 MB

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domenica 23 settembre 2012

BY THE DAWN'S EARLY LIGHT (Harold Budd) - 1991




Torniamo alla musica ambient che, come avrete notato, caratterizza il mio blog, dopo la ‘ripresa’ dell’attività di quasi un anno fa. Ed ecco, allora, un altro album di Harold Budd, intitolato “By the dawn's early light”, pubblicato nel 1991. Oltre a distinguersi per le atmosfere minimaliste/ambient tipiche del musicista, l’album contiene alcune brevi poesie, lette dallo stesso Harold.

Un album suggestivo, orchestrale, malinconico. Da non perdere se si è appassionati del genere.

Voto personale: 9 / 10.



Let’s go back to ambient music, the kind of music prevailing in this blog of mine after I started again the blogging activity nearly one year ago. So, one of the best choices is this album by Harold Budd, entitled “By the dawn’s early light” (1991). The album is typical of Budd's signature ambient/minimalist style, and features several short poems, each of them read by Budd himself.

A magic, melancholic album based on orchestra strings and other miscellaneous instruments.

My personal mark: 9 out of 10.


TRACK LIST:

1. Aztec Hotel (Poem)
2. Boy about 10
3. Arcadia
4. Dead horse alive with flies
5. The photo of Santiago McKinn
6. The corpse at the shooting gallery
7. Albion farewell
8. Distant lights of Olancha recede (Poem)
9. Down the slopes to the meadow
10. She dances by the light of the silvery moon
11. Blind bird
12. Saint's name spoken
13. The place of dead roads
14. A child in a sylvan field
15. Boy about 10 (Poem)
16. Wings (Poem)
17. No name (Poem)
18. Advent (Poem)


BY THE DAWN'S EARLY LIGHT (HAROLD BUDD) - 113,8 MB

Ved. comm.   /   See comm.



ART EROTICA 1


Recentemente ho avuto modo di scoprire alcune tavole illustrate da Giovanni Mulazzani, artista marchigiano sconosciuto ai molti. Si tratta di tavole semplici, a sfondo sensuale, che magari piaceranno a qualcuno.



I have recently discovered a few illustrated tables by Giovanni Mulazzani, a graphic artist from Italian region Marche who is relatively uknown to most people. These are simple tables portraying female nudity, which someone might appreciate.




sabato 22 settembre 2012

CRIMINAL RECORD (Rick Wakeman) - 1977



Nell’eterna diatriba tipicamente prog rock su chi fosse migliore, come tastierista, fra Keith Emerson e Rick Wakeman, ho sempre parteggiato per Emerson. Tuttavia, questo “Criminal record” di Rick Wakeman non è affatto male, soprattutto i primi tre brani (quelli che formavano il lato “A” del vinile).

L’album fu pubblicato nel 1977 ed è, similmente ad altri lavori precedenti dell’artista britannico, una sorta di concept, basato sul crimine umano. Come spesso accade con Wakeman, i virtuosismi sembrano essere fine a se stessi e, in ogni caso, noto una freschezza e originalità minori rispetto ai tastierismi del mio idolo Keith Emerson.

Ad ogni modo, un album ascoltabile con piacere, anche per la presenza, fra i musicisti accompagnatori, di Chris Squire e Alan White (Yes) rispettivamente al basso e alla batteria.

Voto personale: 7 / 10.



When it comes to the infinite, typically prog-rock discussion on whether Keith Emerson or Rick Wakeman could be considered the best keyboardist of the prog rock genre, I have no doubt: K. Emerson was the best. However, today’s post “Criminal record” by R. Wakeman is quite good, especially the first three tracks (i.e. the ones on side “A” of old-time LPs).

The album was released in 1977 and, similarly to some previous works produced by this British artist, sounds like a concept album based on criminality. As is often the case with Wakeman, virtuoso playing seems to be an end in itself and, as far as my taste is concerned, sounds less genuine and original than Keith Emerson’s.

In any case, this album is worth being listened to, also due to such accompaying musicians as Yes’ Chris Squire (bass) and Alan White (drums)

My personal mark: 7 out of 10.


TRACK LIST:

1. Statue of justice
2. Crime of passion
3. Chamber of horrors
4. Birdman of Alcatraz
5. The breathalyser
6. Judas Iscariot


CRIMINAL RECORD (Rick Wakeman) - 89,5 MB


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IMMAGINI ROCK/PROG D'EPOCA (VINTAGE ROCK/PROG PICTURES)


(JIMMY PAGE, LED ZEPPELIN)

I meno giovani ricorderanno senz'altro "Ciao 2001", rivista degli anni Settanta e Ottanta dedicata alla musica rock.

Proprio da alcuni vecchi numeri di questa rivista avevo conservato a suo tempo dei ritagli, che oggi posto più che volentieri.


(PETER GABRIEL, GENESIS)


"Ciao 2001" was the name of a rock magazine published in Italy in the 1970s and 1980s.

I used to be a keen reader of "Ciao 2001" and I've kept some early issues of it. That's why I'm posting today some pictures taken from the original pages of "Ciao 2001".


(LE ORME - 1976)



(DEMETRIO STRATOS, AREA)



GOMMALACCA (FRANCO BATTIATO) - 1998 (Re-post)




Il cantautore e compositore italiano Franco Battiato ha esplorato tutti i terreni musicali possibili, dal “muzak” all’elettronica d’avanguardia, ed è considerato, sia dalla critica che dal pubblico, una sorta di icona nel panorama musicale contemporaneo italiano.
“Gommalacca” (1998) rappresenta uno dei risultati migliori nella lunga carriera del musicista, i cui primi album, di stampo prettamente pop-sperimentale, risalgono a inizio anni Settanta. Il disco comprende dieci brani in perfetto equilibrio fra pop moderno, elettronica ed effetti speciali. Una nota curiosa nel risvolto della copertina recita: “I suoni di Gommalacca sono suoni di superficie, di striscio … solo i cantanti e gli indovini li praticano, solo i fortunati li ascoltano”.

Parole del genere sono un ottimo biglietto da visita per questo album che, a mio parere, dà il suo meglio in brani quali “Casta diva”, “È stato molto bello”, “Shock in my town” e “Shakleton”.

Voto personale: 8½ / 10.



Italian singer, songwriter and writer Franco Battiato has ventured into just about every style, from pop muzak to avantgarde: he is rated sort of a national musical icon in Italy, widely considered one the greatest living musicians by both the critics and the public.
“Gommalacca” (1998) is one of the best achievements in Battiato’s long career (his early experimental pop albums date back to the early 1970s). It includes ten songs featuring a perfect balance of pop song patterns, electronic, special effects and original lyrics. As a note in the album’s inside sleeve reads: “I suoni di Gommalacca sono suoni di superficie, di striscio … solo i cantanti e gli indovini li praticano, solo i fortunati li ascoltano” (“The sound and tunes of Gommalacca are glancing, surfacing ones … only the singers and fortune-tellers will pratice them, only the lucky will listen to them …”).

This curious note provides a true introduction to the atmosphere of this album, which reaches its climax in tracks such as “Casta diva”, “È stato molto bello”, “Shock in my town” e “Shakleton”.

My personal mark: 8½ out of 10.


TRACK LIST:


1. Shock in my town
2. Auto da fe’
3. Casta diva
4. Il ballo del potere
5. La preda
6. Il mantello e la spiga
7. È stato molto bello
8. Quello che fu
9. Vite parallele
10. Shakleton


GOMMALACCA (Franco Battiato) - 103,9 MB

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