venerdì 11 novembre 2011

RISARCIRE IL BOSS CALABRESE? INCREDIBILE!


IL BOSS VA RISARCITO? INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTERO DEGLI INTERNI. I MILITARI SOTTO ACCUSA PER AVER DANNEGGIATO LA CASA DEL BOSS CONDELLO DURANTE LA CATTURA.

Il 9 novembre 2011, alle ore 20.50 viene arrestato dopo 16 anni di latitanza Sebastiano Pelle, inserito nel Programma Speciale di Ricerca Latitanti di Massima Pericolosità (ex elenco dei 30), esponente di primo piano della ‘ndrangheta della cosca Pelle ’Gambazza’, operante in San Luca (RC) ed inquadrata nel Mandamento Jonico, e già condannato a 14 anni reclusione. Per la cattura è stato determinante il lavoro dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del ROS, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina. All’operazione hanno preso parte i Cacciatori dello Squadrone Eliportato di Vibo Valentia.

Ma proprio ieri Angela Napoli, deputata del FLI e membro della Commissione Antimafia, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro Roberto Maroni sul provvedimento di ’risarcimento danni e azioni di rivalsa’ a carico delle forze dell’ordine che hanno arrestato, il 18 febbraio del 2008, Pasquale Condello, ‘U Supremu’, esponente della ‘ndrangheta, latitante dal 1990.

Le forze dell’ordine in Calabria impegnano gran parte della loro attività nella ricerca e nella cattura dei latitanti. Che la criminalità sia il problema fondamentale nelle regioni meridionali è cosa risaputa, ma l’ipotesi che un rappresentante delle forze dell’ordine debba risarcire un boss ha dell’incredibile!

La questione riguarda i militari dell’Arma che hanno partecipato alla cattura del boss. Durante l’operazione pare sia stata danneggiata l’abitazione dell’esponente di una delle più potenti cosche della provincia di Reggio Calabria. Motivo per cui, il 21 dicembre 2009, dal Ministero dell’Interno, a opera del direttore del dipartimento della Pubblica sicurezza – ufficio per gli affari della polizia amministrativa e sociale – è partita una missiva indirizzata al Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, sezione anticrimine di Reggio Calabria, che specificava nell’oggetto: “Risarcimento danni e azione di rivalsa”.

Con la lettera si chiedeva conto dei dati dei Carabinieri che hanno preso parte all’operazione di cattura del boss della ‘ndrangheta calabrese, proprio per valutare l’azione di rivalsa per i danni provocati alla casa del mammasantissima.

“L’interrogante – si legge nella nota – proprio nel precisare che il boss Condello era latitante da venti anni e che la sua cattura è avvenuta grazie alla capacità investigativa delle forze dell’ordine, trova davvero disarmante che i singoli militari, titolari dell’esemplare operazione vengano chiamati a risarcire personalmente i danni causati durante il blitz”.

La deputata di Fli, ha inoltre chiesto “quali urgenti iniziative intenda intraprendere al fine di non mortificare ulteriormente le forze dell’ordine e tutti quei militari che con dedizione e sacrificio si impegnano alla cattura dei latitanti e nella pericolosa lotta ai mafiosi”.

È utile ricordare che in Calabria l’azione delle forze dell’ordine è indispensabile per frenare la potenza e la violenza dei mafiosi e che, pertanto, i militari impegnati nella lotta alla criminalità dovrebbero essere incentivati anziché ’puniti’ per aver fatto il proprio lavoro.

Se da un lato il governo, negli ultimi anni, si è fatto vanto delle azioni antimafia intraprese in Calabria, con centinaia di arresti, dall’altro, non può limitare chi tutti i giorni è impegnato su un territorio davvero difficile.

Ma forse questa ’limitazione’ non è proprio un caso isolato. Anche alcuni agenti della DIA confermano che, da qualche anno, si vedono richiedere i danni provocati in azioni di prevenzione e repressione al sistema mafioso.

(Tratto da www.calabrianotizie.it)

Il suddetto articolo è stato pubblicato oggi sul sito summenzionato. Aggiungo un mio commento: è mai possibile che una deputata (STRONZA, e questo è un mio commento personale) possa avanzare una richiesta del genere? Piuttosto, chissà quante sono le persone oneste dell’Italia del Sud (e non solo) che avrebbero pieno diritto a chiedere il risarcimento dei danni causati dalla cosiddetta ‘Onorata Società’ ...

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