giovedì 26 gennaio 2012

MANIFESTAZIONE 'NO TAV' SABATO A TORINO, DOPO GLI ARRESTI DI OGGI



RETATA CONTRO I NO TAV: 25 ARRESTI. IN MANETTE ANCHE DUE EX TERRORISTI.

Operazione della Polizia in tutta Italia contro esponenti dei centri sociali, dell’area anarchica e dell’autonomia che hanno partecipato a manifestazioni NO TAV in Val di Susa la scorsa estate. Il risultato del blitz è di venticinque ordini di custodia cautelare in carcere (che scendono a ventiquattro nel pomeriggio, dopo il rilascio di una donna incinta), uno agli arresti domiciliari, quindici provvedimenti di obbligo di dimora e un divieto di entrare nella provincia di Torino. I provvedimenti seguono l’inchiesta della Digos e della procura di Torino sui violentissimi scontri che si scatenarono in Val Susa il 27 giugno e il 3 luglio dello scorso anno. Scontri che costarono 211 feriti tra poliziotti e carabinieri e un numero imprecisato di feriti fra i dimostranti.




A Palazzo di Giustizia, oggi sottolineano che le ordinanze di custodia sono “un’operazione chirurgica contro gli autori delle violenze”. Per questo, dopo la resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni e il danneggiamento in concorso, non sono stati contestati reati associativi. Nella rete sono finiti esponenti dei Centri sociali come Giorgio Rossetto del torinese Askatasuna o Niccolò Garufi del milanese Zam Racaille, nomi storici dell’anarchismo italiano, l’ex brigatista Maurizio Ferrari, studenti universitari, attivisti di partito e di sindacato, persino tre minorenni (denunciati). Abitano a Torino, Milano, Bergamo, Belluno, Foggia, Sassuolo, Genova, Roma, Parma, Macerata, Cremona, Cosenza, in Francia, ma tutti erano saliti in Valle di Susa per unirsi alle dimostrazioni dei NO TAV e tutti, come risulta agli esperti della Digos dopo l’analisi di fotografie e filmati, invece di limitarsi a cantare slogan hanno preso parte a quella che il gip Federico Bompieri ha definito senza mezzi termini “una guerriglia”.




Il procuratore Gian Carlo Caselli precisa che non è un’inchiesta contro il movimento NO TAV né contro la libertà di manifestare e nemmeno contro la Valle di Susa (solo due sono i valligiani arrestati), ma «un’operazione di cesello» diretta a perseguire singoli episodi di resistenza e lesioni. È un’inchiesta - dice il gip - che riguarda «movimenti dell’area anarchica e antagonista» ed è, comunque, contro soggetti che sono «da tempo impegnati in azioni di protesta contro le istituzioni», e quindi non solo contro il Tav. «In Valle - osserva Caselli - si creò un punto di coagulo di forze diverse». Due sono le giornate prese in esame. Il 27 giugno la polizia sgombera il presidio, esteso per decine di km quadrati, che i NO TAV mantengono da mesi alla Maddalena di Chiomonte dove è previsto il primo cantiere del treno ad alta velocità. Ci vogliono ruspe e benne per sventrare le barricate erette dai dimostranti, i quali, a migliaia, tentano anche di impedire alle forze dell’ordine di risalire le strade lanciando sassi.




Guido Fissore, 67 anni, consigliere comunale a Villar Focchiardo, viene riconosciuto come l’uomo claudicante dai capelli bianchi che, il 27 giugno 2011, tempestò gli agenti con una stampella mandandone quattro in ospedale: arrestato questa mattina, sul Web diventa subito un eroe, “l’Enrico Toti” della Valsusa. Il 3 luglio si replica. Questa volta sono i NO TAV a stringere d’assedio la Maddalena, che nel frattempo è stata recintata dalle forze dell’ordine. I cortei raccolgono decine di migliaia di simpatizzanti NO TAV e 400 di loro decidono di “riprendersi il cantiere”, con un assalto in piena regola che il gip descrive come “una guerriglia” condotta “in un ambiente impervio e ostile”. Gli agenti vengono bersagliati da massi, bombe carta, molotov, fumogeni, bottiglie di ammoniaca; gli aggressori si danno il cambio nascondendosi nei boschi, un carabiniere rischia grosso quando, durante una carica, viene isolato dal reparto, picchiato e sequestrato. Ma l’offensiva è respinta. E al cantiere si comincia a lavorare. Subito dopo scattano le indagini sfociate negli arresti di stamattina.




Questo grosso modo quanto riportato dai media. Veniamo alla realtà, ovvero la linea ad alta velocità Torino-Lione. Un progetto, come ribadito più volte, FARAONICAMENTE INUTILE, CHE NON SERVIRA’ A NIENTE, DAL MOMENTO CHE TECNICI ED ESPERTI DI VARIO GENERE PREVEDONO UN CALO SEMPRE PIU’ COSPICUO DEL TRASPORTO SU ROTAIA, SOPRATTUTTO SE SI CONSIDERA CHE CI VORRANNO QUINDICI ANNI PER PORTARE A TERMINE L’OPERA.

LA VALLE DI SUSA E’ ATTRAVERSATA DA DUE STATALI, UN’AUTOSTRADA ED UNA LINEA FERROVIARIA (LA TORINO-MODANE, SULLA QUALE TRANSITANO GIA’ I TGV CHE COLLEGANO TORINO CON PARIGI) CHE RISULTA UTILIZZATA SOLO AL 40% DELLA PROPRIA CAPACITA’. CHE MOTIVO C’E’, DUNQUE, PER REALIZZARE UN’OPERA COME L’ALTA VELOCITA’ TORINO-LIONE?




IL MOTIVO C’E’, ECCOME: PERMETTERE AI ‘SOLITI NOTI’ DI SPECULARE E GUADAGNARE ALLA SOLITA MANIERA, OVVERO, MEDIANTE APPALTI ASSEGNATI “A CHI LO SAPPIAMO BENISSIMO” – CON TANTO DI TORNACONTO PERSONALE PER POLITICI A VARI LIVELLI (NAZIONALE, REGIONALE E LOCALE). HO SENTITO SPARARE CAZZATE DEL TIPO: “LA TORINO-LIONE PORTERA’ LAVORO E RICCHEZZA NELLA VALLE”. PER QUANTO MI RISULTA, NESSUNO DEI VALLIGIANI – PARLO DELL’ALTA VALLE DI SUSA, DA CHIOMONTE IN SU – E’ STATO FINORA ASSUNTO DALLE DITTE INCARICATE DI EFFETTUARE I PRIMISSIMI LAVORI PRELIMINARI PREVISTI DAL PROGETTO. COME AL SOLITO, I LAVORI SONO STATI, OVVERO, SARANNO ASSEGNATI A DITTE DEGLI AMICI DI AMICI DEGLI AMICI DI …




E SABATO PROSSIMO E’ PREVISTA QUI A TORINO LA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DEL MOVIMENTO NO TAV. I CONIGLI LECCACULO DI POTERE, OVVERO I RESPONSABILI PREPOSTI ALL’ORDINE PUBBLICO, SI STANNO GIA’ CAGANDO SOTTO, TEMENDO INCIDENTI AD IMITAZIONE DI QUANTO GIA’ ACCADUTO LA SCORSA ESTATE. CON LA DIFFERENZA CHE SABATO I MANIFESTANTI SARANNO A TORINO, NON IN MONTAGNA. BEH, PER CHI VUOLE FARE CASINO, MUOVERSI IN MONTAGNA TENDENDO IMBOSCATE, OVVERO ATTUANDO TECNICHE DI GUERRIGLIA E’ MOLTO PIU’ FACILE CHE AGIRE IN UN CONTESTO URBANO (NE SAPEVANO QUALCOSA I PARTIGIANI DELLE VALLATE ALPINE DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE, O I GUERRIGLIERI AFGHANI CHE, SUI MONTI DEL LORO PAESE, SONO RIUSCITI A TENERE A BADA GLI ODIATISSIMI INVASORI RUSSI.




LA VIOLENZA SERVE A NULLA. O MEGLIO, SERVE A POCO. DEL RESTO, E’ DETESTABILE VEDERE LE FRANGE PIU’ ESTREME ACCANIRSI CONTRO UN’AUTOVETTURA O UN NEGOZIO. OPPURE, CONTRO UN AGENTE DI PUBBLICA SICUREZZA CHE, DOPO TUTTO, E’ UN COMUNE ‘POVERACCIO’ CHE FA UN MESTIERE INGRATO PER MILLEQUATTROCENTO EURO AL MESE. DUNQUE, LA VIOLENZA CONTRO OBIETTIVI DEL GENERE SERVE A POCO. FORSE, SE RIVOLTA VERSO OBIETTIVI PIU’ ‘SENSIBILI’, POTREBBE ALMENO SERVIRE DA MONITO VERSO CHI NON SI RENDE CONTO CHE UNA CORDA LA SI PUO’ TIRARE, TIRARE E TIRARE ANCORA … FINO A QUANDO SI SPEZZA. ED ALLORA, SÌ CHE SONO CAZZI ACIDI!


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