mercoledì 15 febbraio 2012

SENTENZA ETERNIT: IL 'FILANTROPO' SCHMIDHEINY ED IL DECREPITO 'BARONE' DE CARTIER CONDANNATI IN PRIMO GRADO



Una sentenza storica. Il tribunale di Torino ha condannato i due vertici Stephan Schmidheiny (QUELLO CHE SI DEFINISCE ‘FILANTROPO’ …) e Jean Louis de Cartier (il BARONE VECCHIACCIO ULTRANOVANTENNE, che quando il Padreterno se lo prende sarà sempre troppo tardi …) a 16 anni di carcere nell’ambito del processo Eternit per le vittime dell’amianto. Entrambi sono stati riconosciuti responsabili di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. A detta dell’accusa non hanno adottato i provvedimenti tecnici, organizzativi, procedurali, igienici necessari per contenere l’esposizione all’amianto. In aggiunta il giudice ha disposto una lunga serie di risarcimenti danni: 25 milioni per il comune di Casale Monferrato, 30.000 euro per ogni congiunto di ciascuna vittima e 35.000 euro per ogni ammalato.




E ancora, 4 milioni di euro per il comune di Cavagnolo, 15 milioni di euro di provvisionale per l’INAIL e 100.000 euro per ogni sindacato. Con Eternit, dal nome della ditta che lo produceva, si intende un marchio di fibrocemento a base di amianto che non è più in commercio da circa 18 anni. Come ricorda il quotidiano “La Stampa” di Torino che ha seguito la vicenda da vicino, già nei primi anni Sessanta erano noti gli effetti nocivi della polvere di amianto, generata dall’usura dei tetti. Le conseguenze dell’inalazione sono una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico, oltre che la malattia polmonare cronica asbestosi.
Secondo le leggi italiane, è possibile procedere allo smantellamento di tetti dei Eternit solo se si trovano in uno stato di degrado tale da produrre particelle a rischio inalazione. E l’eventuale malattia ha un periodo di incubazione di circa 30 anni.




Il pm Raffaele Guariniello che ha condotto le indagini ha definito la sentenza "un sogno che si realizza, quello di poter dare giustizia alle vittime e alle famiglie delle vittime". Il cazzutissimo magistrato, che in materia di tutela del lavoro e sanitaria-ambientale rappresenta davvero un rullo compressore della giustizia, ha ripercorso le tappe che hanno portato alla decisione del tribunale: "Quando abbiamo iniziato pensavano di inseguire un sogno, abbiamo dimostrato che si può sognare di avere giustizia". Gli ha fatto eco, a poche ore dalla lettura del dispositivo, il ministro della salute Renato Balduzzi secondo cui si tratta di "una sentenza che senza enfasi si può definire davvero storica, sia per gli aspetti sociali che per gli aspetti strettamente tecnico-giuridici".




Quello che, personalmente, non capisco è il motivo per cui gli stabilimenti di Bagnoli (Campania) e di Rubiera (Emilia-Romagna) siano stati ‘esclusi’ dagli effetti della sentenza. I giudici hanno parlato di prescrizione. Prescrizione, di cosa??? Del reato di ‘omicidio capitalistico-padronale’, come lo definisco io (vedi anche disastro Thyssen qui a Torino, qualche anno fa)???



(In alto: chirurgia toracica - effetti dell'esposizione all'amianto sui polmoni di un lavoratore - altro che le sigarette ...)


Boh, vacci a capire …


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