venerdì 16 marzo 2012

I MARO' ITALIANI IN INDIA, IL MASSACRO DI CIVILI IN AFGHANISTAN, GLI 'EROI' DI GUERRA, ECC. ECC.



Non ho mai apprezzato i militari, i cosiddetti 'soldati'. Pur avendo assolto agli obblighi di leva - ai miei tempi, era obbligatorio - e pur considerando quel periodo una 'fase' essenziale della mia vita, ho sempre guardato con diffidenza - e, il più delle volte, con disprezzo - tutto ciò che sa di mimetiche, gerarchie, mostrine, fucili, carri armati e quant'altro. Ciò non significa che io sia contrario all'uso delle armi: le armi si devono usare, MA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE A SCOPO DI DIFESA. Difesa personale, intendo, non difesa di interessi economici (e di vario genere) altrui ...

Ricordo sempre una frase - o meglio, un concetto - che il mio compianto papà era solito ripetere: "Chi sceglie la carriera militare è un frustrato e un fallito." So benissimo a cosa penseranno molti di coloro che stanno leggendo queste righe: sia Anonimo Veneziano che il suo compianto babbo erano due 'comunisti' (per dirla alla Berlusconi ...). Spiacente deludervi, ma mio papà era un fascistone convinto, di quelli di una volta. Quanto al sottoscritto, non so nemmeno più come definirmi a livello ideologico-politico: non opto per nessuno, riconosco al limite i lati positivi (pochi, in genere) e quelli negativi (prevalenti, nella maggior parte dei casi) di tutte le ideologie e fedi politiche, anche 'trapassate', dal comunismo al fascismo, dal democristianismo al leghismo, dai verdi agli arancioni. In poche parole, se sono d'accordo con un concetto o un'idea, non sto a guardare da che parte provenga.




E piantiamola di forzare ad ogni costo un pensiero, un'opinione, all'interno di una 'classe' politica: torniamo, piuttosto, all'oggetto della discussione. Pochi giorni fa, un soldato yankee 'impazzito' ha sterminato allegramente una quindicina di poveri afghani. Qualche settimana fa, due soldati italiani, tutt'altro che 'impazziti', hanno fatto fuoco su due marinai, credendoli pirati. ALMENO, QUESTE SONO LE VERSIONI 'UFFICIALI', DI CUI DIFFIDO NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI. Oppure, altro caso di cronaca di qualche settimana fa, la studentessa stuprata orribilmente nei pressi de L'Aquila da quello che è risultato essere un militare. Oppure, esempio 'top' alla ribalta della cronaca, il 'famoso' Parolisi, il sergente cazzuto che si trombava le soldatesse (che poi, scopare una donna che decide di fare il soldato, è detto tutto ...) e che, a quanto pare, non avrebbe trovato di meglio da fare che sbarazzarsi di una mogliettina che, parlandola da viva, poveretta, era un vero e proprio 'gioiellino'.

Come dicevo all'inizio, mostro diffidenza e, il più delle volte, disprezzo per i militari. Ho avuto modo di conoscerne alcuni, appartenenti anche a reparti operativi, e l'idea che mi sono fatta di loro è stata sempre la stessa: esaltati, con la mania delle armi, desiderosi di essere coinvolti in interventi sul campo, in 'scenari di guerra'. Non ricordo se sia stato Freud o qualcun'altro a sostenere che la crudeltà delle SS (esempio funesto che, storicamente, meglio descrive più di altri quali livelli possano raggiungere i famigerati concetti di 'obbedienza agli ordini superiori' e di 'onore militare') - e, più in generale, i comportamenti aggressivi dei militari (possiamo definirli così???) - sono dovuti alla repressione, portata all'estremo, della sessualità ... Lo sappiamo, Freud riconduceva tutto al sesso, teorie ormai superate obietterà qualcuno. Ma quello che posso garantirvi è il fatto che, parlando della mia esperienza di leva obbligatoria, la cosa che maggiormente mi angustiava era dover vivere 24 ore su 24 in mezzo a uomini. Non era affatto la disciplina ferrea, né le guardie, né le comandate cucina, né il dover ripetere "Signorsì" come un coglione ogni volta che mi trovavo dinanzi ad un superiore, a rendermi insofferente: tutte queste cose le ho metabolizzate in fretta e facilmente. Ma il fatto di non poter vedere una figa - intesa perlomeno come figura femminile - mi rendeva particolarmente nervoso. E aggressivo, talvolta violento.




Ma io non sono mai stato un tipo violento. Ed ecco, allora, che se prendi un tipo 'testa calda', lo arruoli (che ne so, nel Battaglione San Marco o nei para' di Pisa), lo sottoponi ad un addestramento tipo "Full metal jacket" e, soprattutto, gli fai credere che deve difendere a tutti i costi la nostra sgangheratissima Patria (con la 'P' maiuscola, ovviamente), che noi italiani siamo 'er mejo al mondo', che gli arabi (e, in generale, tutti quelli con la pelle più scura della nostra) sono i cattivi da punire, e via di questo passo, non dobbiamo stupirci se capitano certe cose. E se poi mandi questi ragazzotti in missioni all'estero, retribuendoli 3.000-4.000 euri al mese e anche più, facendogli insomma credere di essere quasi dei padreterni piuttosto che semplici mercenari (non è un'offesa: leggetevi bene il significato del termine in un dizionario d'italiano come si deve), certi fatti drammatici trovano una loro 'giustificazione'.




Per gli yankee americani, poi, va fatto un discorso a parte. Gli americani vivono di armi: per loro, un arma è come un piatto di pasta per noi italici. Basta dire che le loro elezioni presidenziali possono essere influenzate dalla lobby dei costruttori d'armi, ed è detto tutto ... Oddio, anche in questo caso devo distinguere: non userei mai un fucile per andare a sparare contro gli arabi cattivi che, con il loro terrorismo, minacciano i nostri costumi (pardon, gli interessi economici dell'Occidente). Ma se beccassi il solito straniero (o italiano) di turno che cerca di violentare la mia figlioletta tredicenne, bellissima (almeno, così dice la gente), in quel caso vorrei certamente avere un'arma e non potrei esimermi dallo scaricare l'intero caricatore nel cranio del delinquente - anche perché quest'ultimo, con la legge che c'è in Italia, si farebbe al massimo uno o due anni di carcere, ammesso che li facesse, e magari poi tornerebbe per vendicarsi ...

Non posso esprimermi su ciò che sta accadendo ai due maro' in India, soprattutto perché non ho elementi affidabili in base ai quali giudicare. Ricordo solo la sensazione che provai quando, durante il servizio di leva, fui costretto a imbracciare un fucile Garand o una mitraglietta FAL: timore, esitazione, disagio. Stati d'animo ben diversi da quelli che provano molti militari che, imbracciando le armi, si eccitano come se stessero stringendo il corpo di una donna. Come sono solito ripetere, quando si parla di fatti di cronaca aventi protagonisti persone dal grilletto facile: "Ma sparatevi una sega, piuttosto che sparare sulla gente. Non fate male a nessuno, rispettate l'ambiente ed è anche più salutare."

A.V.

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