martedì 27 febbraio 2007

STANLEY KUBRICK: UN MITO FUORI DAL TEMPO

Sono passati ormai quasi otto anni dalla morte di Stanley Kubrick, l'eccentrico registra statunitense autore di capolavori quali "Lolita", "2001 Odissea nello Spazio", "Arancia Meccanica", "Shining" (solo per citarne alcuni). Eppure capita di rivedere le sue pellicole e di scoprire ogni volta sfumature nuove, sensazioni diverse.
Il primo suo film che vidi fu "Shining", l'horror-movie per eccellenza dell'epoca (inizio anni Ottanta). Complice un cast di attori fenomenali, Kubrick riuscì a rendere vivo il terrore nel vero senso della parola. Non il terrore ridicolo di certe pellicole con zombi e mostri di vario genere che si decompongono per ricomporsi successivamente in sequenze filmate che in molti casi sfociano nel ridicolo. Bensì il terrore vero e proprio. La minaccia che viene da chi ti sta più vicino e dovrebbe proteggerti da ogni pericolo.
Se "Shining" fu l'ottimo biglietto da visita con il quale mi avvicinai al cinema di Kubrick, il secondo sua film che vidi, "2002 Odissea nello Spazio" mi lasciò inizialmente perplesso. Per essere più sincero, non ci capii quasi nulla. In seguito fu la volta di "Full Metal Jacket" e "Eyes Wide Shut". Ottimi film, senz'altro. Ma fu solo quando ebbi modo di venire in possesso dell'intera filmografia kubrickiana che rimasi letteralmente affascinato. Qual è il suo film migliore? E quale il peggiore? O meglio, "film peggiore" è una bestemmia quando si parla di Kubrick. Diciamo allora il meno riuscito. Secondo la critica non esiste film kubrickiano "brutto" o anche solo "mediocre". Personalmente, quello che mi ha affascinato di meno è "Il Dottor Stranamore". Quanto al più bello, è veramente difficile dirlo. La fotografia di "Barry Lyndon" è superba, a mio parere senza eguali nel cinema degli ultimi decenni. L'atmosfera surreale e angosciosa di "Arancia Meccanica" non può certo lasciare indifferenti. Per non parlare della trama sottile a cavallo fra sogno e realtà che caratterizza "Eyes Wide Shut". O della cruda realtà della guerra, descritta mirabilmente in "Orizzonti di Gloria" prima e in "Full Metal Jacket" poi. "2001 Odissea nello Spazio" è considerato da molti il capolavoro di Kubrick. Oggettivamente posso certo condividerlo. Eppure nella mia graduatoria personale si colloca al secondo posto, forse per il fatto che il genere fantascientifico non ha mai avuto un certo effetto su di me. Al primo posto della mia graduatoria c'è "Lolita". Film a suo tempo oggetto di critiche e censure che ai nostri giorni fanno sorridere, "Lolita" rappresenta, a mio parere, la massima espressione di quell'analisi del profondo umano che Kubrick ha da sempre posto in primo piano. E tale sua capacità di scandagliare l'anima dell'uomo è stata talvolta messa in dubbio dai suoi detrattori, i quali preferivano additarlo come creatore di pellicole violente, immorali, realizzate con lo scopo principale di mettere a nudo gli aspetti peggiori dell'umanità. Certamente, Kubrick sembra non avere mai avuto un'alta considerazione del genere umano. Ma i suoi personaggi sono reali: i militari ottusi e violenti di "Orizzonti di Gloria" e "Full Metal Jacket" (ancora oggi, basta guardare cosa succede nel mondo - vedi Iraq, tanto per fare un esempio .....); oppure uomini e donne coinvolti in passioni incontrollabili ("Lolita", "Eyes Wide Shut") o, ancora, la follia senza senso ("Shining" - al riguardo, pensiamo alla cronaca nera di tutti i giorni, dove persone cosiddette "normali" finiscono con l'accoltellare o macellare allegramente figli, coniugi, vicini di casa e quant'altro).
È davvero un peccato che Kubrick ci abbia lasciati. Come diceva Tom Cruise in un documentario, "Stanley's gone, there will be no more Kubrick's films". Il grande regista non aveva realizzato molti film, questo è vero. Si prendeva tutto il tempo necessario. Ma alla fine produceva quasi sempre capolavori.
Quei capolavori che invito tutti a visionare con calma, sprofondati nella poltrona del vostro soggiorno, in pieno relax, con una bibita o un alcolico (per quelli che bevono ....) a portata di mano. Possibilmente, non con la propria donna a fianco (né con qualsiasi altra donna - o uomo, se siete omosessuali). Sì, perché i film di Kubrick sono come un'udienza di tribunale o una seduta psicanalitica. Per capirli, non bisogna perdere nemmeno un fotogramma.

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