lunedì 10 dicembre 2007

TALES FROM TOPOGRAPHIC OCEANS (YES) - 1973


Pubblicato nel 1973, “Tales from topographic oceans” è un doppio album concept degli Yes - sesto album in studio prodotto dalla band e formato da quattro lunghissimi brani (uno per facciata nei vinili originali) di stampo tipicamente “rock sinfonico”.
Alla pubblicazione, “Tales from …” fu oggetto di aspre critiche, non solo da parte della stampa specializzata, ma anche - e soprattutto - di Rick Wakeman, il biondo tastierista degli Yes, celebre per aver manifestato il suo totale disprezzo per l’album in occasione di una tournee quando, proprio durante l’esecuzione di uno dei quattro brani, smise all’improvviso di suonare e si mise a mangiare un piatto di curry sul palco. Tale incidente avrebbe portato in seguito alla dipartita di Wakeman, sostituito alle tastiere da Patrick Moraz, con il quale gli Yes incisero “Relayer”.
Parte dei dissapori di Wakeman erano dovuti anche al fatto che il cantante Jon Anderson e il chitarrista Steve Howe avevano realizzato il grosso dell’album praticamente da soli, senza coinvolgere gli altri componenti della band.
Nonostante tutto, “Tales from topographic oceans” raggiunse il 1° posto delle classifiche inglesi ed entrò fra i “top ten” negli Stati Uniti: in entrambi i paesi, l’album fu disco d’oro per le sole prenotazioni, quindi ancor prima che i fan del gruppo potessero di fatto ascoltare per la prima volta il nuovo materiale. E a distanza di molti anni, gli stessi fan degli Yes sono divisi sul fatto di considerare “Tales from” uno dei lavori migliori del gruppo o un parziale insuccesso.
Se, da un lato, Rick Wakeman detestava l’album, dall’altro Steve Howe dichiarò che alcuni dei suoi "interventi" migliori alla chitarra nel corso della sua lunga carriera con gli Yes si trovano proprio in “Tales from topographic oceans”. Lo stesso Wakeman considerava, nonostante tutto, interessanti alcune sezioni di "The ancient," per non parlare di come abbia dato il meglio di sé durante le esecuzioni dal vivo di "The revealing science of God".
“Tales from topographic oceans” è il tipico album che si ama o si odia. Secondo me, il motivo di tali reazioni contrastanti è che la complessità dell’opera fa sì che la si debba ascoltare più volte per apprezzarne in pieno la bellezza. E quando dico più volte, intendo anche decina e decine di volte. Inoltre, ascoltando ciascuno dei quattro brani separatamente dagli altri non si ha quella sensazione di completezza che si prova ascoltando l’album tutto di filato (80 minuti).
Si tratta indubbiamente di un album decisamente sperimentale, il quale utilizza stili diversi con sezioni che si alternano e accavallano, offrendo spunti di organo, piano, basso, chitarre e percussioni (a quest’ultimo riguardo, la sezione centrale di “Ritual” è a dir poco impressionante). I lunghi e intricati testi, a volte profondamente concettuali e mistici, dimostrano chiaramente come l’album sia un concept sulla vita umana, sulla sua evoluzione e, a tratti, sul Cristianesimo. Come ho detto, l’album dura circa 80 minuti e chiuque non potrà fare a meno di ammettere la maestria che gli Yes hanno dimostrato nel tessere una trama sonora così complessa. Certamente, ci sono gli alti e bassi, ma dopo che avrete ascoltato “Tales from topographic oceans” più volte con attenzione, ve ne innamorerete al pari degli altri capolavori degli Yes (“Close to the edge” e “Fragile”).
Personalmente adoro questo album, che considero la quintessenza del rock progressivo britannico degli anni Settanta. Ed è proprio per questo che il mio voto è: Ottimo/Eccellente.

Released in 1973, “Tales from topographic oceans” is a double album by Yes – the sixth studio album by the band, a concept album consisting of four pieces of music of symphonic length and scope.
On release it received notably hostile reviews. There was also dissatisfaction with the album from one of the band members, Rick Wakeman, who at one performance showed his distaste for the album by downing tools and eating a curry on stage during the performance of one song from the album. This infamous incident was a spur to Wakeman leaving the group, to be replaced by Patrick Moraz, who appeared for the album “Relayer”.
Part of Wakeman's unfavourable attitude towards the album stems from the fact that vocalist Jon Anderson and guitarist Steve Howe constructed the bulk of the album entirely on their own, leaving the remaining three members with relatively little to contribute.
The album reached #1 in the UK album chart and also went into the U.S. Top 10, even going gold in both countries from advance orders, before any fans had ever heard the content. Despite this, many Yes fans and casual listeners remain divided over whether or not this was one of the group's stronger works.
Despite Rick Wakeman's reservations about the album, other members disagreed: Steve Howe in particular stated that some of his best guitar work was to be found on “Tales from topographic oceans”. Even Wakeman, in interviews, mentioned that he enjoyed some of the musical content of "The Ancient," and Wakeman himself has performed "The revealing science of God" with the band often in the years since.
“Tales from topographic oceans” is the typical “love it” or “hate it” album. I think the reason why some fans and critics dislike this album is because it takes a long time to build up and because there is so much material it requires a lot of patience and the right state of mind to listen to. One flaw of the album is that if you listen to one of the tracks individually they are not as impressive as when you listen to the album as a whole because the first track is an excellent build up to the remembering and it continuouslly progresses into better pieces, just very slowly.
This album is very experimental and uses many different styles and sections including mellow organ and piano pieces, pounding basslines and guitar/piano battles. Not to mention the incredible drum techniques in “Ritual”. The lyrics show that this album is a concept album about ways of life and the life of Yes and refers to Christianity at times. Anyone will have to appreciate the almost impossible task of producing 80 minutes of perfectly orchestrated music. Of course, the album has its ups and downs, but after you settle into it you will love it as much as “Close to the edge”, “Relayer” and “Fragile”. Perhaps this one is different because the other albums just mentioned really grab you by the balls and always entertain whilst this album takes a while to get going.
I do love this album, which I consider the very essence of 1970 British prog rock. That is why I am giving it a Very good/Excellent vote.

YES (1973):

Jon Anderson - voce solista (lead vocals)
Chris Squire - basso, cori (bass, backing vocals)
Steve Howe - chitarre, cori (guitars, backing vocals)
Rick Wakeman - tastiere (keyboards)
Alan White - batteria e percussioni (drums and percussions)

TRACK LIST:

DISC 1:

1. The revealing science of God (Dance of the dawn)
2. The remembering (High the memory)

DISC 2:

1. The ancient (Giants under the Sun)
2. Ritual (Nous sommes du soleil)

TALES FROM TOPOGRAPHIC OCEANS - DISC 1 (44,8 MB)
TALES FROM TOPOGRAPHIC OCEANS - DISC 2 (36,5 MB)

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