“Interview” viene generalmente considerato l’ultimo album “essenziale” dei “Gentle Giant”, grande gruppo britannico di rock progressivo. Fu registrato in fretta e furia, nel tentativo e con la speranza di eguagliare il prestigioso album “Free hand”. Pur non andando oltre i successi dei loro lavori precedenti, i Gentle Giant continuarono, con questo album, a esplorare nuove strade pur mantenendo le peculiarità tipiche del loro stile musicale.
“Interview” è di fatto un album “concept” incentrato su un’intervista immaginaria avente a che fare con il mondo dell’industria discografica. Come al solito abbondano le armonie complesse e i passaggi musicali raffinati; tuttavia, il vero passo in avanti è rappresentato dalle nuove sonorità della band, grazie soprattutto alle innovazioni tastieristiche di Kerry Minnear. Pur non essendo al livello di “Free hand”, i brani sono tutti egualmente piacevoli: degna di particolare attenzione, "Give it back", originalissima composizione in stile reggae.
L’album fu pubblicato nel 1976, in un periodo durante il quale, purtroppo, il rock progressivo andava ormai esaurendo la propria spinta creativa e, soprattutto, l’interesse fra il pubblico, costringendo molte band storiche progressive a modificare il loro stile o, più facilmente e inesorabilmente, a sciogliersi. Anche i Gentle Giant avrebbero negli anni seguenti optato per un sound più leggero e commerciale, fino al definitivo scioglimento. Il loro periodo migliore va dall’esordio fortunato dell’omonimo album “Gentle Giant” fino a “Interview”, l’album che posto oggi.
“Interview” è di fatto un album “concept” incentrato su un’intervista immaginaria avente a che fare con il mondo dell’industria discografica. Come al solito abbondano le armonie complesse e i passaggi musicali raffinati; tuttavia, il vero passo in avanti è rappresentato dalle nuove sonorità della band, grazie soprattutto alle innovazioni tastieristiche di Kerry Minnear. Pur non essendo al livello di “Free hand”, i brani sono tutti egualmente piacevoli: degna di particolare attenzione, "Give it back", originalissima composizione in stile reggae.
L’album fu pubblicato nel 1976, in un periodo durante il quale, purtroppo, il rock progressivo andava ormai esaurendo la propria spinta creativa e, soprattutto, l’interesse fra il pubblico, costringendo molte band storiche progressive a modificare il loro stile o, più facilmente e inesorabilmente, a sciogliersi. Anche i Gentle Giant avrebbero negli anni seguenti optato per un sound più leggero e commerciale, fino al definitivo scioglimento. Il loro periodo migliore va dall’esordio fortunato dell’omonimo album “Gentle Giant” fino a “Interview”, l’album che posto oggi.
Voto personale (scarso / insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Ottimo.
“Interview” is generally considered to be the last must-have recording from Gentle Giant. Recorded at a frenetic pace, the band had the impossible task of topping their classic “Free hand”. While they didn't surpass the success of previous efforts, they did continue to propel their unique brand of complex music into surprising new directions.
“Interview” is actually a concept album centering on a fictitious interview based upon the music business. There are the typical complex harmonies and intricate musical passages, but the real progress is in the group's expanded sound, thanks in large part to Kerry Minnear's keyboard innovations. Although the songs are not as memorable as those on “Free hand”, there isn't a weak one in the bunch, with the reggae-styled "Give it back" being a stand-out.
Unfortunately, progressive rock was nearing its initial run as a popular form of music, forcing most prog bands to either adapt to the changing times or simply fade away. Unfortunately, Gentle Giant tried their hand at pop for a short and embarrassing time before disbanding. Gentle Giant's legacy began with their eponymously titled debut and ended with this one.
“Interview” is actually a concept album centering on a fictitious interview based upon the music business. There are the typical complex harmonies and intricate musical passages, but the real progress is in the group's expanded sound, thanks in large part to Kerry Minnear's keyboard innovations. Although the songs are not as memorable as those on “Free hand”, there isn't a weak one in the bunch, with the reggae-styled "Give it back" being a stand-out.
Unfortunately, progressive rock was nearing its initial run as a popular form of music, forcing most prog bands to either adapt to the changing times or simply fade away. Unfortunately, Gentle Giant tried their hand at pop for a short and embarrassing time before disbanding. Gentle Giant's legacy began with their eponymously titled debut and ended with this one.
My personal mark (very poor / poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Very good.
GENTLE GIANT (1976):
Derek Shulman - voce, sassofono (vocals, saxophone)
Ray Shulman - basso, violino (bass, violin)
Gary Green - chitarre (guitars)
Kerry Minnear - tastiere (keyboards)
John Weathers - batteria e percussioni (drums and percussions)
Ray Shulman - basso, violino (bass, violin)
Gary Green - chitarre (guitars)
Kerry Minnear - tastiere (keyboards)
John Weathers - batteria e percussioni (drums and percussions)
TRACK LIST:
1. Interview
2. Give it back
3. Design
4. Another show
4. Another show
5. Empty city
6. Timing
7. I lost my head
INTERVIEW (GENTLE GIANT) - 33,3 MB
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