sabato 15 dicembre 2007

RELAYER (YES) - 1974


Pur essendo un fan degli Yes fin dall’adolescenza (cioè, più di trent’anni fa), la prima volta che ho ascoltato "Relayer” avevo 44 anni. Davvero una vergogna! Forse per il fatto che, ricordando le recensioni che leggevo da ragazzo, “Relayer” fu giudicato agli inizi un disco mediocre. Forse per il fatto che Rick Wakeman aveva abbandonato il gruppo, lasciando posto a Patrick Moraz il quale, a mio parere, se la cavò egregiamente in quello che rimane l’unico suo album di militanza negli Yes.
Ma quando, nell’estate 2004, acquistai ed ebbi modo, appunto, di sentire per la prima volta “Relayer”, rimasi colpito positivamente. L’album ripropone lo stesso formato di “Close to the edge”: un lungo, unico brano sul primo lato e due brani più brevi sul secondo. Lo stile musicale invece è piuttosto diverso, con sonorità più prossime al jazz rock.
“The gates of delirium” occupa l’intera prima facciata del vinile originale ed è una suite sulla guerra, con una orchestrazione molto densa e a tratti molto aggressiva. Il testo è ispirato a “Guerra e pace” di Tolstoj. La sezione finale, nota come “Soon”, rappresenta, a mio parere, uno degli apici compositivi del gruppo. “Sound chaser” è un brano con forti connotazioni rock-jazz, e può essere assimilato ad alcuni lavori dei King Crimson dell'epoca di “Starless and Bible black” e “Red”. Il brano è quasi completamente strumentale ed è caratterizzato da sezioni improvvisate e dissonanze; in particolare, vi si trova uno dei più "violenti" assoli di chitarra elettrica di Steve Howe. “To be over” rappresenta il momento più melodico dell'album, e include complessi arrangiamenti di Steve Howe alla chitarra e al sitar.
Voto personale (scarso / insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Ottimo.

Though Yes have been one of my favourite rock bands since I was in my teens (that is, over 30 years ago), I first listened to “Relayer” when I was 44. Shame on me! Maybe, this failing of mine is due to the many reviews I used to read on rock music magazine when I was a boy – such reviews often labelling “Relayer” as a “poor” album. In fact, this record was received unfavourably by the critics at the time of its release (1974). Perhaps, Rick Wakeman’s departure from the band had contributed to this, in the opinion of the critics. However, replacement keyboardist Patrick Moraz played very well on “Relayer” - the only one album he recorded with Yes.
But when I bought and listened for the first time to “Relayer” in 2004, I was positively impressed by it. The album has the same “structure” as “Close to the edge”: one long “suite” on side “A” of the original vinyl record, and two shorter pieces on side “B”. Conversely, the musical style is somewhat different, closely resembling a rock-jazz record.
“The gates of delirium” is a suite about war, with rich and, in some cases, aggressive orchestration. The lyrics draw inspiration from “War and peace” by N. Tolstoj. The closing section (“Soon”) is, in my opinion, one of the best pieces of music Yes ever composed. “Sound chaser” is a heavily rock-jazz oriented track, which can be assimilated with some compositions by King Crimson at the time of their releasing “Starless and Bible black” and “Red”. This piece is almost completely an instrumental one and features improvised sections and dissonances: in particular, it contains one of Steve Howe’s “wildest” guitar solos. “To be over” gives a melodious touch to the album, with pleasant tunes and intricate arrangement by Steve Howe on guitars and sitar.
My personal mark (very poor / poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Very good.

YES (1974):

Jon Anderson - voce solista (lead vocals)
Chris Squire - basso, cori (bass, backing vocals)
Patrick Moraz - tastiere (keyboards)
Steve Howe - chitarre, cori (guitars, backing vocals)
Alan White - batteria e percussioni (drums and percussions)

TRACK LIST:

1. The gates of delirium
2. Sound chaser
3. To be over

RELAYER (YES) - 43,1 MB

2 commenti:

paloz ha detto...

E' sempre incredibile riascoltare questo disco e vedere che gli Yes si sono mantenuti ottimi anche dopo la dipartita di Wakeman. Peccato abbiano tenuto duro solo per Relayer (Going for the one è uno dei più brutti dischi che ho sentito...). In compenso, questo resta un classico, eccezionale dall'inizio alla fine.

salam ha detto...

non di meravigliare ma non ci crederai ma oggi ho 52 anni e devo ammettere non ho mai ascoltato un album degli YES. Probabilmente è una cosa imperdonabile ma prometto che da oggi inizierò ad ascoltare qualcosa di questo gruppo.
ciao
Ms