Ieri sera, durante la trasmissione “L’infedele”, Milena Gabanelli ha avanzato una proposta alquanto originale per combattere l’evasione fiscale: eliminare la cartamoneta, in poche parole il denaro contante, in modo che tutta la popolazione effettui qualsiasi tipo di pagamento mediante Bancomat o carta di credito o assegno.
Una stronzata del genere non può lasciare indifferenti, soprattutto se pronunciata da una giornalista che, in genere, apprezzo. Proviamo a immaginare l’anziano con una pensione da 500-600 euro che va al mercato a comprare un chilo di mandarini, un po’ di verdura e due pagnotte. Oppure il lavoratore in crisi, sia esso dipendente o autonomo – sì, perché la crisi sta rovinando anche molti autonomi … ne so qualcosa – che deve esibire il Bancomat per comprare un paio di scarpe da ben 15 euro nell’emporio più economico della città (volendo ne trova anche a prezzi inferiori nei negozi di abbigliamenti gestiti dai gialli …). Per non parlare del rischio (per la popolazione onesta) e della cuccagna (per i delinquenti) che una così estrema proliferazione di carte di pagamento rappresenterebbe …
Sono entrato nel sito del conduttore de “L’infedele” e, leggendo i commenti in diretta, ho notato che pur essendo la maggioranza a favore della ‘Gabanellata’, molti altri erano contrari. Chiariamo subito una cosa: sono io il primo ad essere sostenitore di controlli fiscali davveri ‘seri’ e punizioni esemplari. Quello che mi puzza, ad ogni modo, è il sottinteso secondo il quale solo i ‘piccoli’ sono da punire. Ad esempio, il barista che non rilascia lo scontrino per un pacchetto di caramelle. Dovrebbe emetterlo, è giusto. Ed ecco che, quindi, un piccolo commerciante del genere viene additato come evasore, o meglio, come ‘PARASSITA SOCIALE’, come recitavano quei fottutissimi spot dell’Agenzia delle (Pene)trate qualche mese fa alla TV.
So benissimo che esistono i vari dentisti, avvocati, elettricisti, idraulici, ecc. molti dei quali evadono di fatto il Fisco. O di imprenditori che, con decine di dipendenti assunti, dichiarano a fine anni un reddito di poco superiore a 20.000 euro … Per non parlare dell’economia criminale (mafia, ‘ndrangheta, camorra, S.C.U. ovvero sacra corona unita): quella sì che rappresenta una fonte di evasione impressionante, oltre a fonte di danni di vario genere.
Ma quello che mi infastidisce particolarmente di alcuni giornalisti è il loro ‘politicamente corretto da salotto’. Certo, è facile parlare quando si guadagnano cifre impressionanti ogni anno. Milena Gabanelli intasca dai 150.000 ai 180.000 euro l’anno, come ammesso da lei stessa. Ed è ancora poco. Passiamo a quelli più militanti, ovvero Michele Santoro (700.000 euro lordi annui, come dichiarato da Santoro stesso durante la conferenza stampa di chiusura di “Annozero”), Giovanni Floris (450.000 euro l’anno), Fabio Fazio (quasi 2.000.000 euro l’anno per “Che tempo che fa”), oppure Serena Dandini, che ne prendeva 700.000 l’anno – di euro, intendo – per la sua “Parla con me” e che, come annunciato proprio ieri, andrà a prendersene grosso modo altrettanti (sempre di euro …) a LA7 a partire dal prossimo gennaio.
Non parliamo, poi, dell’OGM (come lo ha definito Beppe Grillo) Bruno Vespa: 1.200.000 euro l’anno. E non parliamo nemmeno di alcune ‘incongruità’, prima su tutte Claudio Cappon, ex-direttore generale voluto dalla mortadellaccia Romano Prodella, il quale continua a percepire circa 600.000 euro l’anno senza avere, in pratica, alcun incarico di peso, ma facendo valere il suo contratto a tempo indeterminato …
Devo ammettere che sono io il primo a guardare i programmi condotti dai summenzionati giornalisti, e che il più delle volte li apprezzo. Se non altro, dicono cose che la maggior parte dei media tengono nascoste. Però, almeno un po’ di dignità! Ecco quello che chiedo. Certo, loro le pagano tutte le tasse, essendo dipendenti. Ma una cosa è guadagnare 500.000 euro e pagarne la metà di tributi: te ne rimangono 250.000, ovvero 20.000 al mese, che ci fai una bella vita con quei soldi (sono 660 euro AL GIORNO, la stessa cifra che a molti pensionati – e non solo – deve bastare per un mese). Altra cosa è un mio conoscente che due anni fa ha aperto un piccolo bar in zona e che, esattamente tre mesi fa, ha dovuto chiudere. Per quale motivo? Ha sempre versato il dovuto: tasse, imposte, balzelli, ecc. regolarmente. Fatti i conti, negli ultimi sei mesi di attività aveva guadagnato 1.100 euro netti al mese, lavorando (lui e la moglie) dalle 6 di mattina alle 8 di sera. Peccato che dovesse finire di pagarsi il mutuo, pagare le bollette di casa, fare la spesa e dare da mangiare alla figlia (e beato lui che ne ha una sola da mantenere).
Ah, che stupido che sono! Potevo proporgli una soluzione efficace: cedere la casa e vivere nel bar insieme a moglie e figlia …
A.V.
Toh! Guarda caso anch'io ho parlato e scritto di una mezza fregatura relativamente ai pagamenti via Bancomat e Carte di Credito.
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