Anche se non ai livelli di "Storia di un minuto" o "Per un amico", i primi album della P.F.M. (Premiata Forneria Marconi) erano davvero belli e, del resto, questo gruppo non aveva niente da invidiare rispetto ai mostri del rock progressivo britannico dell’epoca. “L'isola di niente" (pubblicata anche in inglese, per il mercato estero, con il titolo "The world became the world") è indubbiamente un album maestoso, realizzato secondo il tipico stile PFM degli inizi, con abbondanza di tastiere, ottime chitarre e interessanti spunti di percussioni.
L’album risale al 1974 e contiene solo cinque brani. Il primo pezzo presenta quella che con tutta probabilità è una delle introduzioni più solenni di tutto il rock progressivo: un coro che cede il passo ad una sequenza serrata che ricorda in quale modo i King Crimson, mentre la sezione conclusiva è davvero molto, troppo simile ai Genesis dell’epoca. Il secondo pezzo s’intitola "Is my face on straight" ed è in inglese: il testo, scritto da Pete Sinfield, è sarcastico e parla di razzismo; la musica è decisamente elaborata, con un insolito assolo di fisarmonica alla fine. “La luna nuova” inizia come una specie di inno, con violino, percussioni, tastiere e flauto, al quale subentra una sezione dall’atmosfera jazz-rock e, successivamente, un momento di calma assoluta, con l’introduzione del cantato. Dopo un po’ riprende la batteria con un ritmo marcato: tale alternanza di momenti musicali fa sì che “La luna nuova” sia uno dei quei brani che sembrano voler arrivare chissà dove ma che, in qualche modo, suonano alla fine come un qualcosa di “incompiuto”. Ciò nonostante, è uno dei brani dell’album che preferisco. “Dolcissima Maria" è una tipica ballata dall’atmosfera tranquilla: una vera gemma nel suo genere. L’album termina con lo strumentale Via Lumiere", tipico “numero” jazz, soprattutto nella prima parte dove sembra quasi di ascoltare un disco di John McLaughlin con la sua Mahavishnu Orchestra. Tuttavia, nel finale si torna al sound progressivo italiano tipico della Premiata Forneria Marconi: un finale sinfonico, ricco di strumentazione che va sfumando gradualmente secondo l’inconfondibile stile musicale dell’epoca.
L’album risale al 1974 e contiene solo cinque brani. Il primo pezzo presenta quella che con tutta probabilità è una delle introduzioni più solenni di tutto il rock progressivo: un coro che cede il passo ad una sequenza serrata che ricorda in quale modo i King Crimson, mentre la sezione conclusiva è davvero molto, troppo simile ai Genesis dell’epoca. Il secondo pezzo s’intitola "Is my face on straight" ed è in inglese: il testo, scritto da Pete Sinfield, è sarcastico e parla di razzismo; la musica è decisamente elaborata, con un insolito assolo di fisarmonica alla fine. “La luna nuova” inizia come una specie di inno, con violino, percussioni, tastiere e flauto, al quale subentra una sezione dall’atmosfera jazz-rock e, successivamente, un momento di calma assoluta, con l’introduzione del cantato. Dopo un po’ riprende la batteria con un ritmo marcato: tale alternanza di momenti musicali fa sì che “La luna nuova” sia uno dei quei brani che sembrano voler arrivare chissà dove ma che, in qualche modo, suonano alla fine come un qualcosa di “incompiuto”. Ciò nonostante, è uno dei brani dell’album che preferisco. “Dolcissima Maria" è una tipica ballata dall’atmosfera tranquilla: una vera gemma nel suo genere. L’album termina con lo strumentale Via Lumiere", tipico “numero” jazz, soprattutto nella prima parte dove sembra quasi di ascoltare un disco di John McLaughlin con la sua Mahavishnu Orchestra. Tuttavia, nel finale si torna al sound progressivo italiano tipico della Premiata Forneria Marconi: un finale sinfonico, ricco di strumentazione che va sfumando gradualmente secondo l’inconfondibile stile musicale dell’epoca.
Voto personale (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Ottimo.
Not in the level of "Storia di un minuto" or "Per un amico", but any early release by PFM is always good enough: a band that has nothing to envy from the classic British monsters. “L'isola di niente" – or what was later re-released in English as "The world became the world" – is clearly a grand album of epic proportions. In typical classic PFM fashion, "L'isola di niente" is loaded with great keyboard work and some amazing guitar and percussive moments.
Released in 1974, this album contains five tracks. The title song, with perhaps one of the greatest introductions in progressive rock of all time, is reason enough to pay for this good album: the contrast between the chorale intro and the hard instrumentation is reminiscent of King Crimson, whereas the closing section is somewhat reminiscent of Genesis’s releases of the same time. "Is my face on straight" is the second track and the only one in English, with lyrics by Pete Sinfield: a sarcastic song that mentions themes as racism and elitism, with very complex music. “La luna nuova” starts as an hymn with a very beautiful keyboard section that goes in crescendo meanwhile flute and percussion join with some jazzy feeling; when the listener thinks the track has reached a calm point, everything starts again – in a few words, a song that's always in advance as if chasing something that never completely reaches. In any case, one of my favorite songs in this album. “Dolcissima Maria" is a soft, calm and simple ballad: an extremely beautiful and placid song. The album ends with the instrumental "Via Lumiere": a typical jazzy act, especially in the first half, where John McLaughlin’s Mahavishnu Orchestra seems to be “just round the corner”. But, around the middle of the song, Premiata Forneria Marconi take again their classic Italian prog sound, to prepare the ending that gently fades in the typical symphonic mood.
Released in 1974, this album contains five tracks. The title song, with perhaps one of the greatest introductions in progressive rock of all time, is reason enough to pay for this good album: the contrast between the chorale intro and the hard instrumentation is reminiscent of King Crimson, whereas the closing section is somewhat reminiscent of Genesis’s releases of the same time. "Is my face on straight" is the second track and the only one in English, with lyrics by Pete Sinfield: a sarcastic song that mentions themes as racism and elitism, with very complex music. “La luna nuova” starts as an hymn with a very beautiful keyboard section that goes in crescendo meanwhile flute and percussion join with some jazzy feeling; when the listener thinks the track has reached a calm point, everything starts again – in a few words, a song that's always in advance as if chasing something that never completely reaches. In any case, one of my favorite songs in this album. “Dolcissima Maria" is a soft, calm and simple ballad: an extremely beautiful and placid song. The album ends with the instrumental "Via Lumiere": a typical jazzy act, especially in the first half, where John McLaughlin’s Mahavishnu Orchestra seems to be “just round the corner”. But, around the middle of the song, Premiata Forneria Marconi take again their classic Italian prog sound, to prepare the ending that gently fades in the typical symphonic mood.
My personal mark (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Very good.
PREMIATA FORNERIA MARCONI (1974):
Mauro Pagani - violino, flauto, voce (violin, flute, vocals)
Franco Mussida - chitarre, voce (guitars, vocals)
Flavio Premoli - tastiere, voce (keyboards, lead vocals)
Jan Patrick Djivas - basso, voce (bass guitar, vocals)
Jan Patrick Djivas - basso, voce (bass guitar, vocals)
Franz Di Cioccio - batteria e percussioni, voce (drums and percussions, vocals)
TRACK LIST:
1. L'isola di niente
2. Is my face on straight?
3. La luna nuova
3. La luna nuova
4. Dolcissima Maria
5. Via Lumiere
L'ISOLA DI NIENTE (PREMIATA FORNERIA MARCONI) - 48,5 MB
Un disco che devo riascoltare, ma che mi ha sorpreso dalla prima volta. Ottimo
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