martedì 10 febbraio 2009

POCO MOSSI GLI ALTRI BACINI (AVION TRAVEL) - 2003


Degli Avion Travel (gruppo casertano che considero fra i migliori in Italia degli ultimi vent’anni) ho già postato due album: “Storie d’amore” (24 luglio 2008) e “Opplà” (28 aprile 2007).
Questo “Poco mossi gli altri bacini”, pubblicato nel 2003, testimonia ancora una volta del raffinato sound della inusuale band campana. Indubbiamente, una tale ricercatezza non è fruibile e pienamente apprezzabile in modo immediato - in poche parole, non un album destinato alla “massa”. Sicuramente, un album capace di trasmettere sensazioni, soprattutto nel caso del pezzo intitolato “Avrei bisogno di amore” - una perla intimista senza uguali, un vero capolavoro, a mio parere.
Voto personale (scarso / insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo /eccellente): Distinto/Ottimo.

I have already posted two albums by Avion Travel (the band from Caserta, Southern Italy, who have been producing the best quality Italian music for the last twenty years): “Storie d’amore” (July 24th, 2008) and “Opplà” (April 28th, 2007).
“Poco mossi gli altri bacini”, released in 2003, witnesses, once again, the refined sound produced by this unusual Italian pop group. No doubt such a refined music cannot be fully appreciated on a first, immediate listen - in a few words, this album is surely no stuff for the “maddening mass”. Of course it will give you a nice feeling, especially when you listen to “Avrei bisogno di amore” - a real intimate piece of music, a true gem in my opinion.
My personal mark (very poor / poor / pass / good /fairly good / very good / excellent): Fairly/Very good.

AVION TRAVEL (2003):

Peppe Servillo - voce (vocals)
Mario Tronco - voce, piano, tastiere (vocals, piano, keyboards)
Peppe D'Argenzio - sassofoni, tastiere, ocarina (saxophones, keyboards, ocarina)
Fausto Mesolella - chitarre, buzouki, mandolini, voce (guitars, bouzouki, mandolin, vocals)
Mimì Ciaramella - batteria e percussioni (drums and percussions)
Ferruccio Spinetti - contrabbasso (double bass)

TRACK LIST:

1. Ancora ci penso
2. Vivere forte (featuring Elisa)
3. Banda casertana
4. E mo
5. Sogno biondo
6. Per come ti amo
7. Cosa ti fa più paura
8. Avrei bisogno di amore
9. Piccolo tormento
10. Le style de ma mémoire
11. Insieme a te non ci sto più (featuring Caterina Caselli)

POCO MOSSI GLI ALTRI BACINI (AVION TRAVEL) - 56,2 MB


CHE TRISTEZZA ... E CHE SCHIFO


Ieri, lunedì 9 febbraio, è stato un altro di quei giorni in cui mi sono profondamente vergognato di essere italiano. Sto parlando del triste esito del caso Eluana Englaro e dello squallido teatrino politico-mediatico che ne è derivato.
Già nei giorni scorsi ero rimasto nauseato da alcune affermazioni rese note dai media, prima fra tutte quella in cui lo psico-nano Berluscognolo commentava, grosso modo, che il padre di Eluana voleva ‘disfarsi’ della figlia per ‘scomodità’ …. (la parole non erano proprio quelle - non le ricordo perfettamente, ricordo benissimo solo la parola ‘scomodità’ - in ogni caso, il concetto è chiaro).
Quello che mi ha profondamente infastidito è stato il comportamento della casta MERDOSA che noi, popolino di MERDACCE, continuiamo a eleggere quale nostra rappresentante. Lasciamo perdere i baciapile: per loro l’importante è non essere divorziati, non prendere anticoncezionali, fare un figlio ogni volta che si scopa, ecc. ecc. Tutto il resto si può perdonare (stupro, furto o omicidio compresi). Ognuno, del resto, è libero di pensarla come vuole … Ma i politici, i cosiddetti ‘governanti del paese’ … Che senso ha urlare “Assassini” agli oppositori politici, come è avvenuto proprio ieri sera non appena giunta la notizia della morte di Eluana? Come si può arrivare a tal punto - ed è QUESTO IL SUCCO DI QUESTO MIO SFOGO - da strumentalizzare una tragica vicenda umana in tal modo? E poi, Maurizio Gasparri, deputato ex-anale (o ex- anista … insomma, come si definisce un ex-appartenente ad AN, o Alleanza Nazionale?) che inveisce contro il Presidente della Repubblica in quel modo, al punto da essere ripreso dal collega di partito nonché presidente dei camerati (pardon … della Camera) Gianfranco Fini (quello che io scherzosamente chiamo Anatra WC – guardatelo bene, assomiglia davvero ad un’anatra)?
Strani questi politici, soprattutto quelli del PdL. All’improvviso diventato tutti caritatevoli, buoni ‘cristiani’, pietisti. Peccato poi che abbiamo proposto un disegno di legge che obbligherebbe i medici a denunciare gli immigrati clandestini bisognevoli di cure mediche … Ma come, un ‘buon cristiano’ si comporta in questo modo?
Ma la cosa più ridicola e che, in qualche modo mi ha fatto sorridere, pur nella tristezza di ieri sera, sono stati i commenti di Emilio Fido su TG4. Infatti, mia moglie aveva sintonizzato il televisore su quel canale per guardarsi un thriller della serie “Il Commissario Florent”. Inutile dire che il film poliziesco è saltato, lasciando spazio ad un lunghissimo commentario del direttore di Rete4. Emilio Fido, proprio lui … E poi, il solo fatto di essere passato da tifoso juventino a tifoso milanista per … (per quale motivo? Già, me lo sapete spiegare?) la dice tutta sul personaggio. Scherzi a parte, il resoconto dei fatti e i commenti del ‘fido’ Fede (il direttore del TG4, non mio figlio che si chiama Federico e che quando gli amici lo chiamano Fede mi incazzo come una iena inferocita – giustissimo, no?) evidenziavano al tempo stesso un misto di patetico, ipocrisia e servilismo linguo-strisciante che non ha eguali nella storia ultracinquantenaria dell’informazione televisiva italiana. Ripeto, pur in un momento triste come ieri sera, Emilio Fido mi ha fatto in qualche modo sorridere … fino a quando non l’ho sopportato più e ho cambiato canale. Almeno questa libertà ci è rimasta ancora … (e dovrebbe rimanerci, spero).
Quanto alla povera Eluana, riposi in pace. E pensando a lei, ovvero per riprendere il ‘succo’ del dramma psico-politico e umano-esistenziale vissuto negli scorsi giorni, voglio rendervi partecipi di un’esperienza triste e personale che, in qualche modo, si ricollega ai dibattiti recenti.
Lo scorso 15 novembre ho perso mia mamma. Una donna forte, volitiva e adorabile, insomma una vera ‘madre’. Che, tutto sommato, ha vissuto in salute, avendo visto per la prima volta un ospedale all’età di 79 anni, quando le fu riscontrato il diabete. Dunque, mamma è morta lo scorso 15 novembre all’età di 85 anni. Agli inizi del mese era stata ricoverata per problemi all’apparato escretore, uno dei ‘bersagli’ oggetto delle complicazioni provocate dal diabete. Dopo alcuni giorni di degenza, viene dimessa; purtroppo, mamma ritorna in ospedale il giorno 10 novembre. Stenosi dell’uretra, a parere dei medici, insomma … non riusciva a urinare. Il giorno 14 novembre, un venerdì, vado a trovarla durante l’intervallo di pranzo: la trovo relativamente in forma, addirittura al punto di riconoscermi e di chiedermi di moglie e figli (cosa del tutto inusuale per lei, visto che soffriva anche di demenza senile). La sera faccio di nuovo un salto in ospedale, trovandola alquanto ‘strana’ … Parlo con i sanitari, i quali mi riferiscono che da metà pomeriggio i reni hanno iniziato a fare i capricci sul serio … Torno a casa preoccupato, dopo aver detto ai medici che avrei lasciato il cellulare acceso tutta la notte in caso di emergenze.
E, infatti, alle 6.20 di sabato 15 novembre ricevo una telefonata, nella quale il medico di turno mi invita a recarmi in ospedale, visto l’improvviso peggioramento delle condizioni della mamma. Arrivato lì, vengo a sapere di un blocco renale massiccio, definito, con parole alquanto delicate ma al tempo stesso ferme, “senza possibilità di recupero”. Mamma è ormai in coma, i miei tentativi di ridestarla accarezzandola, sussurrandole il mio nome e quello degli adorati nipoti non sortiscono alcun effetto. Intorno alle 9, dopo un’ennesima serie di esami, il primario del reparto in persona mi informa di “prepararmi al peggio”. Guardo mamma, sembra dormire profondamente, l’unico lieve segno di sofferenza è il suo respiro affannoso. Intorno alle 10.45, i segnali dell’imminente trapasso si fanno maggiormente visibili: chiamo immediatamente medici e infermieri e, subito dopo, arriva il primario, il quale mi chiede se “voglio attaccare mamma ai macchinari”. Già, proprio i macchinari, PROPRIO QUELLI … Chiedo al primario i vantaggi di un’eventuale tale mia scelta, in particolare gli chiedo se la situazione è davvero irreversibile e quanto tempo potrà ancora vivere la mamma. Il primario risponde che, considerando il quadro generale e, soprattutto, l’età, la situazione è irreversibile: purtroppo un blocco renale in un paziente diabetico di 85 anni non da scampo. Il primario aggiunge che al massimo mamma vivrebbe fino alla notte. In un primo momento, decido ISTINTIVAMENTE di farla attaccare alle macchine. Osservo gli infermieri che si preparano a intubarla, ecc. ecc. Poi mi vengono in mente le tristi parole di una carissima amica, il cui padre era morto proprio in seguito ad un blocco renale. E pensando alla descrizione delle ultime ore di vita del papà della mia amica, a come quel pover’uomo avesse trascorso gli ultimi suoi momenti spurgando dalla bocca tutti i residui, umori e liquidi che l’organismo non era più in grado di espellere diversamente, ho fatto un cenno con la mano agli infermieri ormai sul punto di intubare mamma. E in mente mi tornano le parole di mamma che, quando lucida e cosciente, discuteva con me sull’eutanasia (ECCOLA, FINALMENTE, LA PAROLA INCRIMINATA), esprimeva la sua volontà (il cosiddetto TESTAMENTO BIOLOGICO – ahhh, altro termine orribile) di non accettare nessuna forma di accanimento terapeutico. A quel punto, cambio idea e dico ai medici si sospendere il trattamento. Il tempo di andare nell’ufficio a firmare il modulo in cui autorizzavo i sanitari a sospendere il trattamento con le macchine, ed ecco che mia moglie mi chiama: “Mamma è morta.”
A quel punto, per ‘molti’ sarei un ASSASSINO. Personalmente, mi sono sentito in quel momento - e mi sento oggi più che mai - con la coscienza a posto, proprio come un figlio che ha compiuto l’estremo gesto di AMORE e AFFETTO nei confronti dell’adorata madre.

O no???


lunedì 2 febbraio 2009

LET'S DANCE (David Bowie) - 1983


Titolo: “Let’s dance”
Artista: David Bowie.
Anno di pubblicazione: 1983.
Genere: Pop/post-disco.
Singoli di successo tratti dall’album: “Let’s dance”, “China girl”.
VOTO PERSONALE (insufficiente / sufficiente / buono / distinto / ottimo / eccellente): Distinto/Ottimo.

Title: “Let’s dance”
Artist: David Bowie.
Released in 1983.
Genre: Pop/post-disco.
Top single hits: “Let’s dance”, “China girl”.
MY PERSONAL MARK (poor / pass / good / fairly good / very good / excellent): Fairly/Very good.

TRACK LIST:

1. Modern love
2. China girl
3. Let’s dance
4. Without you
5. Ricochet
6. Criminal world
7. Cat people
8. Shake it

LET'S DANCE (DAVID BOWIE) - 72,7 MB